Torna d’attualità il tema dello Ius Soli e di conseguenza torna lo scontro tra maggioranza e opposizione. Il ministro Salvini ha commentato con un “si faccia eleggere” la richiesta di cittadinanza di Ramy per sé e i suoi compagni coinvolti nel dirottamento dello scuolabus a San Donato Milanese. E l’Italia così torna ad interrogarsi sull’opportunità di concedere la cittadinanza a chi nasce su suolo italiano. A Lavori in corso su Radio Radio sono intervenuti Massimiliano Romero, Capogruppo della Lega al Senato, e l’Onorevole Walter Verini del PD.

Il pensiero di Massimiliano Romero, capogruppo della Lega al Senato

La cittadinanza non si regala ma si conquista, è la fine di un lungo percorso di integrazione, così l’avevano prevista i nostri padri costituenti. Uno deve imparare lingua, usi e costumi e una volta integrato ha la possibilità di ottenere la cittadinanza.

I minori stranieri in Italia, come prevede il nostro ordinamento, godono degli stessi diritti dei minori italiani. Dietro le polemiche c’è un’ideologia, anche perché l’obiettivo quale è, se sbarcano due presunti profughi e la moglie è incinta e partorisce qui, poi diventa automaticamente cittadino italiano. Poi cosa facciamo diamo la cittadinanza al bambino e ai genitori no? lo Ius Soli è il cavallo di troia per dare la cittadinanza a tutti.”

La risposta dell’On.Verini

“Quando lo proponemmo noi ci criticarono perché era uno Ius Soli molto temperato. Possiamo essere apparsi meno di sinistra, abbiamo dato l’impressione di non cogliere alcune esigenze delle persone, nella loro percezione. Abbiamo avuto timore sullo Ius soli perché non c’erano i numeri al Senato e avremmo dovuto mettere la fiducia, c’era il rischio che cadesse il governo e davanti a questo rischio decidemmo di non approvare la legge.

Adesso è difficile che in questa legislatura si approvi una legge ma questa è una battaglia che dobbiamo fare, anche se la maggioranza del paese non è d’accordo. Duemila anni fa la maggioranza sbagliò su Gesù e Barabba.”