Casa, il luogo dove possiamo essere noi stessi, anche nella nostra forma meno impeccabile. “Casa è dove si trova il cuore“, lo diceva Plinio il vecchio e non possiamo che dargli ragione, soprattutto quando dobbiamo trattare il tema in fatto di calcio. Già perché non è un caso che pur essendo inferiore all’avversario in casa propria ci si senta capaci di tutto. Molte volte il binomio “cuore – gioco del calcio” ha funzionano, fornendo negli almanacchi rimonte storiche, vittorie insperate e imprese impossibili. Per questo i bookmakers considerano molto il campo da gioco, abbassando notevolmente le quote in favore delle squadre di casa: troppi fattori incidono positivamente sul team ospitante, dal tifo dei supporter all’atmosfera familiare, perché in casa si può camminare anche al buio sapendo comunque dove si sta andando.

Il tutto può essere notevolmente amplificato quando parliamo di big match, perché in tali occasioni le curve diventano tsunami che imperversano sulla squadra ospite e il cuore dei giocatori palpita all’unisono col battito dei piedi sugli spalti della curva. Per questo abbiamo raggruppato degli esempi che rispecchiano bene quell’atmosfera, nei quali scenari spesso e volentieri Davide ha battuto Golia grazie soprattutto al sostegno dei tifosi: eccone alcuni.

Juve – Atletico 3 – 0 (Allianz Stadium, 12 marzo 2019)

Questo match probabilmente non ha bisogno di tante reminiscenze, visto che sono passate poco più di 48 ore, ma non può non rientrare nella categoria delle partite in cui lo stadio è stato un fattore determinante: per le vicende che dividevano i tifosi bianconeri a seguito delle quali la curva Scirea è tornata a intonare cori eccezionalmente in questo match, ma anche per come tutto lo stadio ha dato carica ai ragazzi di Allegri. Senza dubbio bisogna contarci il fattore CR7 ma certamente i 40.000 dell’Allianz Stadium hanno dato il loro contributo perché quei tre gol ribaltassero il risultato dell’andata. Ci sarebbe anche un 3 – 0 al Barça di due stagioni fa, ma era un contesto più favorevole per i bianconeri, che non avevano lo score di due gol di svantaggio a “condannarli”. Poi lo stesso Ronaldo aveva lanciato qualche giorno fa un appello ai supporter bianconeri che hanno risposto trasformando il salotto torinese in una bolgia infernale: quando sua maestà chiama, lo Stadium risponde.

Celtic – Barcellona 2 – 1 (Celtic Park, 7 novembre 2012)

Uno scenario da sogno quello a cui i blaugrana hanno assistito nella fredda notte scozzese del 7 novembre 2012. In panca c’era Lennon contro un dibattuto Villanova che aveva definito gli scozzesi “l’anticalcio“. In effetti in campo il Celtic non è il massimo da vedere, ma sugli spalti c’è qualcosa di clamoroso: una coreografia biancoverde abbraccia tutti i settori del Celtic Park e un fracasso enorme che accompagna tutti i 75 minuti di possesso del Barça e che esplode ai gol di Wanyama e Watt. Alla fine il gol di Messi non servirà a nulla e il Celtic metterà fine all’imbattibilità dei catalani. Gli scozzesi verrano eliminati dalla Juventus agli ottavi e Antonio Conte racconterà l’incredibile scenario dello stadio del Celtic all’inizio del suo libro uscito un anno dopo.

Napoli – Manchester City 2 – 1 (Stadio San Paolo, 22 novembre 2011)

Gli unici superstiti di quel Napoli – City sono David Silva, Sergio Aguero e Yaya Touré. Lo stesso centrocampista citizen ha parlato qualche anno dopo quella partita al San Paolo, vinta dai partenopei per 2 reti a 1 grazie alla doppietta di Cavani che rispose al gol di Balotelli. “Un sostegno come quello del pubblico di Napoli mi preoccupa per la carica che dà alla formazione di casa. Nei momenti di difficoltà, fan come quelli del Napoli possono essere determinanti. L’atmosfera del San Paolo è un problema in più“. Parola di chi comunque gioca abitualmente negli stadi europei da parecchi anni di fila.

Galatasaray – Juventus 1 – 0 (Türk Telekom Arena, 11 dicembre 2013)

Quel giorno di cinque anni fa, agli inferi scese invece la Juve. Qui c’è da approfondire il discorso perché lo stadio non influì solo dal punto di vista del tifo, ma soprattutto per l’incredibile nevicata che ci fu la sera dell’10 dicembre su Istanbul. La partita fu rinviata al giorno dopo, la conferma arrivò a pochi minuti dall’inizio e la Juve uscì dalla competizione a qualche minuto dalla fine. I bianconeri avevano alzato il baricentro ma la lastra di ghiaccio su cui si giocava favorì le ripartente dei turchi, che punirono Buffon col gol a ‘5 dalla fine di Wesley Snejder. Da ricordare però che stiamo parlando di tifo: la sera precedente la Telekom Arena ricordava molto da vicino gli inferi pagani, passando al congelato inferno dantesco del giorno dopo. Anche allora, con le coperture dello stadio a rischio, i turchi vi si recarono comunque: non a caso per coreografie e supporto sono tra i migliori al mondo.

Cesena – Milan 2-0 (Stadio Dino Manuzzi, 11 settembre 2010)

Al Manuzzi in quell’11 settembre 2010 si assistette a qualcosa di incredibile. Ovviamente gremito di tifosi il Manuzzi di Cesena: arriva il favoritissimo Milan di Ibra e Ronaldinho. Peccato che alla fine i soli ad essere ricordati di quella serata furono i neopromossi Bogdani e Giaccherini. “Può capitare” direte, “era inizio campionato“, sosterrete. Ma il modo in cui giocò quel Cesena fu disarmante: un possesso palla inaspettato, una calma olimpica fece sembrare Golia, Davide e Davide, Golia con una sicurezza e un entusiasmo che rifletteva quella degli spalti. Lo stesso Golia svedese del Milan fallì un calcio di rigore dal dischetto, molti lo canzonarono mettendogli in bocca le dichiarazioni: “Ho sbagliato il rigore perché da piccolo tifavo Cesena“. Quasi credibile: con quello stadio e quell’entusiasmo…