L’Europa della Lazio finisce a Siviglia. Previsto, prevedibile ma, osservando la partita e ripensandoci dopo, monta la rabbia per la pochezza di alcuni biancazzurri che dovrebbero ringraziare Iddio, oltre a Lotito e Tare, di giocare in serie A e di mettere la testa in Europa league. Di chi parlo e scrivo? Marusic e Patric, tanto per dire, due bluff che hanno offerto una prestazione fallimentare, per evidente mediocrità tecnica, per scarsissima intelligenza, non soltanto tattica. Roma è una città bellissima ma una trappola per chi vive di rendita grazie al football, di chi ha la possibilità di spassarsela, tanto il pallone è rotondo. Patric e Marusic sono stati sempre preferiti a Martin Caceres passato alla Juventus: delle due l’una, o a Torino sono impazziti (d’accordo non avevano molte alternative ma Caceres non è così scarso come spacciano alcuni cronisti e lo stesso Inzaghi) oppure Marusic e Patric hanno parenti e affini tra chi comanda e l’allenatore è complice della commedia ridicola.

La Lazio maledice questa coppa, urla anche con l’arbitro Sarto (Taylor) che non vede, e con lui l’assistente di porta, un fallo da rigore su Lulic che, da capitano non alza nemmeno la voce oltre al braccio per protestare ma prende sù e porta a casa l’entrata furbastra di Mercado. Poi ci sono altri errori ed omissioni, quello di Milinkovic sul primo gol andaluso, l’altro di Radu e Durmisi, con la complicità di Strakosha che ha ritirato le braccia come per non bruciarsi, sul raddoppio. Per venti minuti soltanto, la squadra di Inzaghi ha dato segnali di fumo bianco, quando Acerbi ha bruciato una occasione sontuosa e poi Immobile ha tentato il pallonetto mandandolo sopra la traversa, si è capito che non era sera e non era coppa. Inzaghi si è segnato come sperando nell’aiuto divino, c’è stato un momento nel quale, con Vazquez espulso, la Lazio ha dato la sensazione di mettere il coltello fra i denti e di rinascere. Polvere, nuvole, nebbia, il segno della croce è svanito tra le fiamme dell’inferno.

Ora la coppa Italia. Ora un posto in champions ma con il rischio di restare a piedi anche in Europa League. Prevedo stracci bagnati addosso a Inzaghi-Tare-Lotito, prevedo anche che il solo allenatore metterà la faccia cercando di giustificare e giustificarsi. Ma con scarse possibilità di trovare accoglienza. Il Siviglia era più forte ma la Lazio non può essere così modesta.

Tony Damascelli