Ospite a “Io le donne non le capisco” la cantante, attrice e scrittrice Manuela Villa si è raccontata negli aspetti più disparati a partire dal tema del giorno: come la tecnologia ha cambiato i rapporti tra persone.

E’ vero il fatto che la tecnologia ha migliorato i rapporti tra persone lontane e peggiorato quelli tra persone vicine” ha detto la Villa che si è definita equilibrata parlando del suo rapporto con gli smartphone, che vengono presi in esame in quanto la fonte di cambiamento comunicativo più potente in questo momento, soprattutto per la generazione con cui sono nati. “Penso che per le nuove generazioni il telefonino sia deleterio perché noi che siamo adulti, che abbiamo vissuto l’epoca ‘no social’ abbiamo già un carattere formato invece le nuove generazioni sono sfortunate perché hanno vissuto i rapporti attraverso i social ed è una comunicazione e fredda, piena di nascondigli“.

Ci parla in proposito di come si è comportata a riguardo con il figlio Jacopo: “Gli ho dato il cellulare non appena si è relazionato con i compagni di classe che già lo avevano, ma quando c’è un discorso importante da affrontare si fa a voce, ma è una regola proprio per il quotidiano“. Più nello specifico si racconta come mamma: “Credo di aver fatto un buon lavoro perché mio figlio ha già un carattere definito, non segue gli altri e non segue le mode e io gli lascerò sempre il libero arbitrio“.

Restando sul lato familiare Manuela Villa ha una storia particolare da raccontare “ho questo caratterino perché ho combattuto“, dice. La storia del celebre papà Claudio l’ha certamente temprata perché è un racconto fatto di controversie e mancati riconoscimenti, e poi essere figlio d’arte è cosa difficile anche senza tutto ciò perché raggiungendo il successo si incontra spesso il giudizio degli altri: “Sono grata di non essere vista come figlia d’arte ma semplicemente come artista. Mi sono fatta da sola, ho studiato e fatto sacrifici e questo evidentemente mi viene riconosciuto perché la gente giudica ma sa anche andare nel profondo“.

Come ha potuto affrontare tutto questo senza una filosofia di vita? In realtà Manuela Villa ne ha una molto semplice: “va bene la pace, lo yoga, trovare se stessi e tutte queste cose, il bianco chiama bianco e il nero chiama nero (io lo dico sempre). Vogliamo però mettere con la parolaccia? Quante volte avremmo voluto ammmazzà qualcuno e quella parolaccia c’ha salvato quindi se la parola detta in un certo modo ti può evitare di fare cose brutte perché no?”

Manuela Villa termina infine la puntata di “Io le donne non le capisco” con una massima sulla capacità di empatia dei sessi: “Per capire una donna ci vogliono 100 uomini, per capire 100 uomini ci vuole mezza donna“.