L’attore, in scena al Teatro della Cometa con la trasposizione teatrale de Il naso di Gogol, è stato ospite a Sold Out.

Ha varcato gli studi di “Radio Radio”, nel corso della puntata di “Sold Out” con Gianluca Cassandra, Francesco Acquaroli, attore talentuoso e versatile, noto anche per la sua interpretazione del personaggio di Samurai nella serie tv “Suburra”. Commentando l’aforisma Se guadagna soldi, il cinema è un’industria, se li perde è un’arte, Acquaroli ha detto che “Non è assolutamente detto che l’arte non guadagni soldi. Ci sono dei film che hanno guadagnato tantissimo e che sono veramente arte pura, come Apocalipse Now di Francis Ford Coppola.”

Sull’identificazione di Acquaroli come personaggio di una fiction, l’attore ha risposto che “Questo fa parte del gioco. Quando partecipi a un gioco devi accettarne anche le regole e non si sembra strano il mio atteggiamento. Per quanto riguarda lo snobbismo, purtroppo mi sembra che sia un atteggiamento abbastanza comune, fin troppo per i miei gusti. Mi piacerebbe che ce ne fosse un pizzico di meno.

Sulla questione della battuta sulla mozzarella campana nel film “Non ci resta che il crimine”, l’attore di “Suburra-La serie” ha espresso il proprio punto di vista, raccontando che “ha girato il film con il grande Matteo Garrone da quelle parti e ho mangiato tante mozzarelle e assicuro che sono un buon prodotto. Le frasi, soprattutto nei film ma anche nella vita, non vanno estrapolate, ma messe in un contesto. Non ho visto questo film ma se il personaggio che dice quella battuta riflette un certo modo rozzo di vedere le cose, è giusto che dica quella battuta. Non c’entra niente perdersela a male e ragionare così non porta mai da nessuna parte.

E, in merito allo spettacolo teatrale che, attualmente, lo vede protagonista al Teatro della Cometa, la “trasposizione romana della novella del naso di Gogol, ambientato a San Pietroburgo, capitale della Russia zarista“, Francesco Acquaroli ha spiegato che “E’ un testo molto divertente e Gogol, come alcuni autori russi, usa l’arma dell’ironia per alleggerire il messaggio che vogliono trasmettere, critico sulla vita. Sono passati 150 anni, ma non sono cambiati i meccanismi che ci riguardano: Gogol inventa un escamotage per metterci davanti a noi stessi e naturalmente, finisce poi in burletta.

Alla domanda di Cassandra sull’investimento dell’attore nella recitazione di una fiction piuttosto che di un prodotto cinematografico, Acquaroli ha sottolineato che “non c’è differenza. Il set di Suburra o di Rocco Schiavone sembrano quelli di grandi film, perché c’è un impegno produttivo adatto a un prodotto che deve valicare le Alpi.

L’attore ha poi concluso il proprio intervento, invitando simpaticamente, alla maniera del suo personaggio Samurai in “Suburra-La serie”, ad andare a teatro a seguirlo: “Vi vengo a prendere sotto casa“.