Pubblicata dopo 11 anni la lettera di Joseph Ratzinger dove si smentisce la non validità delle dimissioni presentate l’11 febbraio 2013.
La notizia è su tutti i principali media: nel 2014 il Papa emerito Benedetto XVI avrebbe inviato una lettera a Don Nicola Bux, sacerdote pugliese e collaboratore di Ratzinger, in cui si fa il punto sulle dimissioni. “Se alcuni giornalisti parlano di scisma strisciante, non meritano alcuna attenzione“, si legge nella lettera. Così Papa Benedetto XVI si esprime nei confronti dell’ipotesi di una dimissione non valida, parlando anche della nota questione del munus petrino e del ministerium. “Dire – continua nella lettera – che nella mia rinuncia avrei lasciato ‘solo l’esercizio del ministero e non anche il munus’ è contrario alla chiara dottrina dogmatica-canonica”. Secondo Andrea Cionci, giornalista e scrittore de “Il Codice Ratzinger” che dal 2020 segue la vicenda da vicino, il significato delle parole di Papa Ratzinger sarebbe stato travisato.
L’analisi di Cionci
I principali media hanno riportato all’unisono la notizia, virgolettando: “La mia rinuncia fu valida”.
“Non c’è traccia di questa frase“, dice Andrea Cionci in diretta ai nostri microfoni. “Quando si osserva il mainstream e si vede che tutti ripetono la stessa nota di linguaggio, lo stesso messaggio, dietro c’è chiaramente un’operazione mediatica. L’operazione è quella di propaganda per trapanarvi nel cervello il fatto che Benedetto XVI avesse abdicato. Il commento di Ratzinger sul ministerium e sul munus? E’ esattamente come scrive: il Papa non avrebbe mai la possibilità di rinunciare al ministerium, all’esercizio del potere, mantenendo il titolo di Papa. Benedetto XVI dà perfettamente ragione a chi vi parla e descrive in modo adeguato la sede impedita“.
Ascolta l’intervento integrale a Un Giorno Speciale.










