Il tabù Sassuolo resta intatto e il Milan di Allegri deve rimandare ancora l’appuntamento con la fuga in vetta. A San Siro finisce 2-2 contro una neo-promossa che gioca senza timori reverenziali e che, ancora una volta, diventa la classica buccia di banana per i rossoneri.
La partita si mette subito in salita. Al 13’ il Sassuolo colpisce con una giocata da manuale: Pinamonti lavora il pallone con intelligenza e serve Koné, che con un tocco sotto elegante beffa Maignan in uscita. Difesa sorpresa e Milan costretto, ancora una volta, a inseguire.
I rossoneri reagiscono, ma come spesso accade contro le “piccole” fanno fatica a trovare ritmo e continuità. Il pareggio arriva solo al 34’, quando Bartesaghi, schierato da quinto, sfrutta alla perfezione un passaggio illuminante di Loftus-Cheek e batte il portiere neroverde. È il segnale che il Milan c’è, e infatti a inizio ripresa sembra arrivare la svolta: al 47’ è ancora Bartesaghi a trovare il gol, stavolta con un sinistro sul primo palo, complice una lettura tutt’altro che impeccabile di Nkunku.
A quel punto la partita sembra incanalata. Il Milan segna anche il terzo, ma l’arbitro annulla: prima a Pulisic per un fallo di Loftus-Cheek, poi a Rabiot per fuorigioco. Episodi che tengono in vita il Sassuolo, e come spesso succede nel calcio, l’inerzia cambia.
I neroverdi non mollano e trovano il 2-2 con Laurienté, ancora una volta su assist di un ispiratissimo Pinamonti. È una doccia fredda per San Siro, che poco dopo rischia addirittura il tracollo: Laurienté colpisce un palo clamoroso a Maignan battuto, sfiorando una rimonta che avrebbe avuto del beffardo.
Per Allegri la serata si chiude con più di un rimpianto: due punti persi, la vetta mancata, l’infortunio di Gabbia da valutare e una certezza che inizia a diventare un problema strutturale. Questo Milan, quando deve fare la partita contro squadre sulla carta inferiori, soffre troppo.










