Come il voto per il nuovo Europarlamento influenzerà sulla governance dei bilanci pubblici

Da fine aprile il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha approvato la riforma del Patto di stabilità, prevedendo una ulteriore stretta sul bilancio italiano del 2025, ovvero ulteriori lacrime di sangue per il nostro Paese, quindi restrizioni.

Le simulazioni della Commissione Europea indicano una riduzione del deficit primario strutturale di circa 0,5-0,6 punti percentuali annui per sette anni. Un sacrificio tradotto in 10-12 miliardi di euro all’anno, che vorrà dire meno servizi ai cittadini e più tasse per le famiglie e le imprese. Il risultato sarà un rapporto tra deficit e PIL che dovrà scendere all’1,5%: una cosa da folli.

Il potere negoziale della Commissione e gli equilibri del Consiglio dei Ministri europei saranno cruciali per l’applicazione delle regole. Il voto per il nuovo Europarlamento influenzerà l’elezione del Presidente della Commissione e la distribuzione di nuovi incarichi a commissari incidendo sulla governance dei bilanci pubblici.

La riforma prevede degli obiettivi anni di crescita della spesa netta e del saldo primario strutturale di bilancio con possibilità limitate di spostamento e di scostamento. Quindi avremo le mani legate, salvo delle revisioni assolutamente poco credibili.

L’analisi di sostenibilità del debito della Commissione definirà la traiettoria per ridurre i famosi feticci che ormai da decenni tutti siete abituati ad ascoltare, ovvero il debito PIL e il deficit PIL sotto il 3%.

Il governatore di Banca Italia Fabio Panetta, ha criticato la riforma, sottolineando la mancanza di progressi nella finanza pubblica comune e la necessità di semplificazione delle revoche. La compatibilità con la Costituzione italiana che prevede l’anticiclicità del bilancio rimane un tema rilevante. Cosa vuol dire? Vuol dire che ormai c’è una separazione tra il mondo delle imprese e il mondo della politica.

Sul mio sito valeriomalvezzi.it io mi occupo solo di imprese e di scelte strategiche delle imprese. Il 3 di luglio farò un webinar gratuito al quale potete iscrivervi tramite il mio sito nel quale parlerò delle nuove norme ISG e di come queste impatteranno in modo drammatico su tutte le imprese che io tutti i giorni incontro per la consulenza.

Mi rendo conto sempre più che il linguaggio dei burocrati e dei piccoli e medi imprenditori italiani sono due linguaggi completamente opposti. I primi hanno come unico obiettivo quello di fare carriera sulle loro poltrone di velluto mentre gli imprenditori liberi professionisti e soprattutto i piccoli produttori fanno fatica a mantenere aperte le aziende. La colpa è di queste regole che stanno diventando una mannaia di tipo burocratico assolutamente insostenibile.