La BCE riduce i tassi di interesse, ma qualcosa non quadra

La Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base e si tratta del primo taglio dal 18 settembre, pensate un po’, del 2019. Le preazioni inflazionistiche sono state riviste a rialzo. Nel 2024 dal 2,3% al 2,5% per il 2025 dal 2,2% e nel 2026 invariato a circa l’1,9%. Ci aggiriamo attorno al fatidico 2% che viene considerato una sorta di feticcio dell’inflazione. Insomma, l’inflazione dovrebbe raggiungere, secondo gli esperti, la stima del 2% nella seconda metà del 2025. Il governatore della banca centrale austriaca ha votato contro il taglio, ritenendolo prematuro.

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha ribadito un approccio cauto, basato sui dati delle future decisioni, riconfermando che la politica monetaria rimane restrittiva. Apro un inciso. Cosa vuol dire politica monetaria restrittiva? Vuol dire un controllo dell’economia finalizzato fondamentalmente a mantenere alti i tassi in modo tale da frenare l’inflazione rendendo più difficile l’accesso al denaro, avendo il denaro un costo maggiore.
Questo però ovviamente ha un freno sugli investimenti e quindi crea delle difficoltà per le famiglie ma anche per le imprese. Però questa rimane la loro decisione. La decisione è stata presa, tuttavia, in un contesto particolare, cioè dopo 9 mesi di tassi stabili e una riduzione dell’inflazione dal 5,2 al 2,6%, cioè l’inflazione si è dimezzata in questi 9 mesi, un parto, eppure loro non cambiano idea perché se ne fregano della situazione del disagio arrecato alle famiglie e alle imprese, loro interessa soltanto il controllo della moneta e del valore dell’euro sostanzialmente.

Lagarde insomma ha respinto l’idea di modificare il mandato della Banca Centrale Europea per includere per esempio la crescita, la transizione ecologica, sottolineando che la stabilità dei prezzi è il principale contributo della Banca Centrale Europea al cambiamento climatico. chiarendo che il Consiglio Direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati con decisioni prese di volta in volta, cioè un linguaggio burocratico, freddo, robotico. La Banca Centrale Europea sotto la brillante crisi Guida, scusate il lapsus della Christine Lagarde, ha gestito un’inflazione da offerta, cioè principalmente autoindotta, come se fosse invece un’inflazione da domanda.

Insomma, non conoscono le basi dell’economia o fanno finta di non conoscere le regole della finanza.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi