Nuove modifiche al Superbonus: cosa cambia a partire dal 2025 e perché il governo sta sbagliando ancora

Ancora una volta a parlare di Superbonus. Il governo italiano torna ancora una volta sul tema del Superbonus, con delle modifiche che in teoria potrebbero favorire i contribuenti. La discussione tra i ministri, onorevoli Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani, ha occupato i media delle ultime giornate, ma la sostanza della modifica è che il periodo di detrazione della agevolazione passa da 4 a 10 anni.
Insomma, i crediti d’imposta derivanti da cessioni o da sconti in fattura rimangono recuperabili in 4-5 anni. Federica Brancaccio, Presidente dell’Ance, cioè l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, sottolinea che questo potrebbe agevolare e avvantaggiare i contribuenti con una minore capienza fiscale. Tuttavia, dal 2025, i debiti per i contributi previdenziali non saranno ponibili in compensazione, disincentivando le banche dall’acquistare ulteriori crediti.

Insomma, Giorgetti mira a favorire l’uso dei bonus come detrazione diretta. Questo avviene dopo che un decreto legge di 40 giorni fa aveva già introdotto delle restrizioni sulle cessioni e compensazioni dei crediti, mostrando anche una certa incoerenza da parte del governo. Il superbonus è stato progettato senza limiti di risorse e senza controlli adeguati, creando quindi una pesante ipoteca sulle finanze pubbliche.
L’eredità di uno dei peggiori governi della storia repubblicana, cioè il governo Conte, Conte II in particolare, ha ulteriormente complicato la situazione. Nel 2023 la spesa prevista fu superata di oltre 50 miliardi di euro evidenziando le difficoltà del controllo del fenomeno avviato già dal governo Conte. Insomma una politica di bilancio espansiva è necessaria ma il super bonus non può dominare le scelte economiche di uno Stato che ha un PIL annuo di circa 2.000miliardi di euro e un rapporto debito PIL di circa il 137%. Insomma, ancora una volta si capisce, ma io sono anni che lo dico, che drogare l’economia non ha senso. E purtroppo l’Europa e anche il governo italiano continuano a fare questo, a dire all’economia dove andare, cosa fare, cosa incentivare, cosa premiare.

È la volontà della politica di indirizzare l’economia a quello che hanno deciso altri, cioè i padroni, che di solito sono quelli della finanza. e non ho mai visto dei bonus, dei super bonus, delle leggi agevolate che producono vera ricchezza. Gli imprenditori sanno benissimo dove produrla e sanno benissimo che cosa farne e forse dovremmo fare una riflessione sul fatto che sarebbe meglio lasciare i soldi nelle loro tasche, cioè nelle loro aziende, per fare assunzione di personale e per fare sviluppare questo infelice paese.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi