“I miei consigli per chi ha avuto o teme di avere effetti avversi da vaccino” ▷ Dott. Di Bella

Nell’epoca del medico da TV e dei consigli da virostar, il dottor Giuseppe Di Bella passerà presto ai fatti con una pubblicazione che tratterà il tema effetti avversi. Il grande tabù di un tempo pressoché silente nei confronti di chi li ha subiti, verrà trattato dal dottore con soluzioni pratiche ai potenziali problemi di chi ha, ha avuto o vuole prevenire eventuali danni collaterali da vaccino nel libro che si intitolerà “La prevenzione antinfettiva e oncologica”.
Al momento è quasi impossibile stabilire quanto il fenomeno sia esteso, visto che non serve avere reazioni gravi per poter dire di essere stati effettivamente colpiti da effetti avversi. Complice anche il negazionismo sulle reazioni indesiderate che ancora persiste e inibisce le segnalazioni, e che è stato confutato da diversi studi scientifici, ultimo dei quali comprendente un campione di addirittura 99 milioni di persone.

Il libro tratta la prevenzione anti-infettiva“, dice Di Bella, “sono molecole biologiche che intervengono diminuendo notevolmente il rischio di contrarre infezioni, per cui possiamo parlare anche di Covid ed effetti avversi dei vaccini“.
Nell’altro versante c’è la prevenzione oncologica, “con un aspetto innovativo su cui ho insistito e colgo l’occasione per insistere e per chiarire: molte di queste molecole biologiche hanno l’effetto doppio, cioè agiscono sul fronte antinfettivo e agiscono sul fronte antitumorale. Un aspetto fondamentale è l’assenza di tossicità alle dosi terapeutiche“.

Le fonti sono ovviamente autorevoli: “C’è una lunghissima esperienza, c’è un riscontro vastissimo nella letteratura medico-scientifica internazionale, che ognuno può verificare accedendo alle banche date biomediche: pubmed.gov è la più consultata. Se qualcuno è interessato va a vedere “Retinoid” sulle banche dati.
Avrete più di 60.000 pubblicazioni in cui potete vedere tutti gli effetti.
Se volete controllare l’aspetto antitumorale, su pubomed.gov digitate “somatostatin in cancer therapy”, avrete 37.000 pubblicazioni. Il libro è supportato da una conferma nelle banche dati medico-scientifiche da ognuno verificabili
“.

Nel frattempo, quali sono i consigli per chi ha fatto una o più dosi di vaccino? Prima analizziamo i problemi:
Uno degli effetti del vaccino, fortunatamente non sempre, però potenzialmente sì, è una destabilizzazione dell’interferone 1, che è un elemento cardine dell’immunità su due fronti: sia antinfettivo che antitumorale“.
Oltre a questo c’è il problema delle reazioni autoimmuni, cioè l’organismo produce degli anticorpi contro se stesso: “Come interveniamo? sulla destabilizzazione dell’interferone 1 ha un ruolo vitale la soluzione dei retinoidi, che è solo reperibile a livello galenico perché l’acido retinoico agisce su dei geni, li attiva. Uno di questi geni ha una sigla: (RIG) acido retinoico‐inducibile gene.
Questo mi va ad attivare in tempi immediati, a livello dei mitocondri che sono la riserva energetica dell’organismo, la glicogenolisi. Il glicogeno è la riserva dell’energia. Si frammenta in glucosio – energia a pronto uso – e questo viene attivato dalle cellule dendritiche.
Queste ultime sono le prime che fronteggiano la patologia, che sia tumorale o infettiva


Cosa si può fare quindi? Traducendo in soluzioni concrete, alte dosi di retinoidi.

Un cucchiaio di retinoidi tre volte al giorno. Perché funziona? Per questi motivi che dicevo: mettono a disposizione delle cellule dendritiche, le prime che intervengono nelle difese immunitarie antitumorali e anti-infettive, proliferano ad alta velocità, hanno l’energia per spostarsi e vanno a bersaglio.
Se il bersaglio è un’infezione, arrivano lì
“. In caso di tumore invece “agiscono sui linfociti B e T“.

Poi Vitamina C in alte dosi: Si può prendere anche il glutatione ridotto, che ha un effetto disintossicante rapido. Per quanto riguarda la melatonina, va usata quella con adenosina, perché fa praticamente da antitesi a uno degli effetti peggiori, cioè il pericolo di avere tromboembolie, di avere quindi alterazioni dell’aggregazione piastrinica“.

Quanto a uno degli effetti negativi possibili della proteina Spike, cioè quello di riprodurre sindromi autoimmuni (l’organismo reagisce contro sé stesso, si chiama trombocitopenia autoimmune) da che cosa sono antagonizzati?
Da alte dosi di melatonina che è l’antiaggregante piastrinico naturale. In queste condizioni è molto più difficile che accada.
Se c’è il rischio di un danno cardiaco, contemporaneamente, siccome la proteina Spike agisce sul recettore ACE2 e mi produce una quantità molto alta dell’angiotensina 2, cosa succede? Che le arterie si stringono, si chiudono. Se parliamo di coronarie, c’è il rischio di una chiusura.

Se poi contemporaneamente io ho dei microemboli o trombi che vanno in giro, il rischio può dare l’evento fatale improvviso. Cosa faccio dunque? Do un calcio che dilata le coronarie: altissime dosi di melatonina più adenosina generano una fluidificazione del circolo e la massima perfusione del cuore, che è attivato al massimo dall’adenosina. Questi sono elementi basilari“.

Ulteriori informazioni qui