Il gioco delle parti da Gaza al fronte russo-ucraino, i politici gridano alla pace non mantenendola

Raid a Rafah da parte dell’esercito israeliano, oltre 40 morti. L’esercito israeliano si difende dicendo di aver colpito un battaglione di Hamas. Da parte di Rafah missili fino al centro di Tel Aviv. Nonostante gli appelli a fermarsi, anche le indicazioni degli Stati Uniti e della corte internazionale nessuno si ferma. La situazione è speculare a quella Ucraina: le frasi di Stoltenberg hanno suscitato una serie di reazioni. Quest’ultimo ha detto all’Economist: “Dobbiamo concedere agli ucraini la possibilità di utilizzare le armi della Nato anche nel territorio russo”.

Tanti tentativi per riportare la pace sia su Gaza che sull’Ucraina in cosa sfociano?
Francesco Borgonovo e Savino Balzano ne discutono in diretta.

“Abbiamo una risoluzione dell’ONU che prescrive la necessità di costituire uno Stato Palestinese, abbiamo importanti paesi europei che entro il 28 di maggio lo vogliono riconoscere. La reazione di Netanyahu di fronte a questa notizia è stata lapidaria come le sue parole e rappresentano un programma chiarissimo: ‘L’80% della popolazione palestinese è con Hamas. I palestinesi sono il male, a loro non va concesso nulla’. Quando un capo di governo si esprime in questi termini mentre sta sterminando una popolazione, dimostra il suo intento: assoluto annientamento di una popolazione. I freni che circolano dagli Stati Uniti e dall’Occidente sono fatti di ipocrisia dato che le armi continuano ad essere mandate. Ne risponderà la storia”.

Sul fronte russo-ucraino qual è la reazione dei nostri politici? Affermano che il Segretario generale della NATO sta esagerando, ma che soluzione alternativa propone l’Occidente?

“Si sta facendo il gioco delle parti: il poliziotto buono e cattivo. Soluzione alternative al dialogo con il nemico per la pace non ce l’abbiamo. Come se alcune persone non si rendessero conto che ci troviamo di fronte con un arsenale nucleare più fornito del mondo e scatenare una guerra diretta con la Russia significherebbe la fine del mondo o un pericolo per l’intera umanità. La pace non si può realizzare se non dialogando con il nemico”.

Punto & Accapo | 27 maggio