Il giallo della difesa di Speranza ▷ “Pubblicamente dice una cosa, davanti ai giudici tutt’altro”

Il Tribunale dei Ministri ha archiviato l’ultimo procedimento a carico di Roberto Speranza, l’Ex Ministro della salute all’epoca della pandemia. Ricordiamo che le accuse mosse a Speranza furono: di omicidio, somministrazione di medicinali guasti, e infine false dichiarazioni. Ma come si è difeso Speranza davanti ai Giudici? Ha affermato di non aver avuto la padronanza di compiere determinate scelte in tema di vaccini. Speranza avrebbe seguito unicamente le indicazioni dell’Oms, del Food and Drug Administration, ribadendo la sua estraneità ai fatti. Intanto però le vittime dei vaccini continuano a patire dei danni permanenti, che si sono rivelati letali. Il Ministro ha dato alcuna spiegazione? No. In merito all’Inchiesta sul Covid, Francesco Borgonovo ha letto le carte dell’ultimo procedimento penale. Ecco il punto della situazione insieme al Sindacalista Savino Balzano.

“Ogni giorno i danneggiati dai vaccini devono fronteggiare i danni gravissimi che la loro salute ha subito a seguito della sua somministrazione. Per alcuni cittadini il tempo ha smesso di battere. Io mi domando, se Speranza non contava niente (perché ricordiamolo, è stata questa la sua forma di difesa davanti all’accusa), allora cosa ha scritto nei suoi libri?” dice Savino Balzano.

Borgonovo risponde questo: “In realtà non è del tutto falso che abbiano deciso gli altri. Perché per esempio sui contratti ha deciso la Commissione Europea. C’é stata una servitù volontaria, e l’autonomia che avevano, l’hanno esercitata solo per dimostrare che erano i sudditi più bravi.

Prima ha detto di essere stato il più bravo, di avere salvato delle vite e che aveva fatto dei sacrifici, poi è andato dei Giudici dicendo che aveva agito sulla base di ciò che gli dicevano gli altri e che non poteva sapere ciò che sarebbe successo”.

“Io sono pronto a credere che Speranza non contasse nulla in quella vicenda” ribadisce Balzano “non è il primo politico che prova a rivendicare i risultati che sono sono propri. Quello che però mi domando è che, ammesso e non concesso che non contasse nulla, questo non cancella ciò che la gente patisce. E quindi chi risponde di tutto questo? Non dovrà rispondere nessuno? Questa è la vera domanda”.