C’è un legame tra la Commissione sulla Disinformazione e l’OMS ▷ “Vogliono tacitare il dissenso”

Il 26 maggio del 2021 è stata istituita una “Commissione pubblica orientamenti per rafforzare il codice di buone pratiche sulla disinformazione”. Una commissione nata con il buon proposito di limitare il proliferare di fake news, con l’obiettivo di arginare un fenomeno preoccupante. Nella realtà dei fatti poi il proposito iniziale è stato distorto, portando a derive riguardanti tematiche care all’Oms e alla gestione della campagna vaccinale. “Belle parole, propaganda, retorica, ma quello che c’è scritto dentro al documento relativo alla commessione è orripilante, si parla di tagliare i viveri a tutte le persone, a tutti i media che non sono allineati con i diktat dell’OMS” secondo Fabio Duranti.

Per Andrea Zambrano ospite di “Un Giorno Speciale”: “Questa è la prova che esiste la volontà di creare un ministero della verità, nello specifico il documento a cui tu hai fatto riferimento nasce anche dalla volontà dell’alto rappresentante UE e Joseph Borrell di regolamentare meglio i contenuti dei social rispettandola scrupolosamente. Dietro queste belle parole c’è la volontà di silenziare il dissenso. Qual è il problema? Il problema è che noi siamo giornalisti, non siamo dei semplici scappati di casa sui social che postiamo quello che vogliamo. Questa volontà in realtà sta coprendo l’intenzione di far nascere un ministero della verità che vuole tacitare il dissenso. Noi vediamo che questa volontà è taciuta dai politici.

C’è un grosso problema di rappresentanza politica perché i nostri rappresentanti anche in Europa forse non si rendono conto di qual è la posta in gioco. Molte volte ci sono delle realtà che poi si scopre sono finanziate da quegli stessi organismi sovranazionali che si incaricano, senza che nessuno gliel’abbia chiesto, di andare a stanare le bufale. Dietro c’è una volontà politica. Quindi stiamo attenti anche al mito della bufala, al mito della fake news, perché accusare uno di fake news è uno stigma di fatto. L’articolo di oggi lo racconta partendo dal caso di Camilla Canepa. Com’è che tre anni fa, quando questi scienziati e molti altri facevano allarmi simili, venivano censurati, venivano nascosti, venivano accusati di essere no-vax, e intere carriere di accademici venivano umiliate con lo stigma no-vax?”.