Ballotta in esclusiva ▷ Tudor, Allegri, il ruolo del portiere moderno, la Nazionale e l’esperienza da attaccante

A 43 anni e 252 giorni ha stabilito il record di giocatore più anziano ad aver giocato in Champions League. Marco Ballotta è stato uno dei portieri più longevi della Serie A: ha iniziato con il Modena e finito con la Lazio tra i professionisti, passando per Inter, Parma e Reggiana.
Nel giorno del suo compleanno, ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News, Ballotta ha parlato di Lazio, di Nazionale e di tanto altro.
L’intervista integrale

Allegri dice: “Il calcio è semplice”. Lo è anche per Marco Ballotta?

Ma è semplice, perché no? Poi a volte si può anche complicare, perché si vanno a cercare delle situazioni che si potrebbero anche evitare. È indubbio che dipende molto dai livelli: è semplice per chi sa giocare, è magari un po’ più difficoltoso per chi ha meno attitudine. Inoltre, ho il dubbio che anche l’allenatore debba trovare le soluzioni idonee al proprio gruppo di giocatori. Altrimenti non ci sarebbe bisogno dell’allenatore: deve far rendere nel miglior modo possibile i propri giocatori a disposizione e sfruttare le loro caratteristiche e qualità

Cosa pensa del portiere moderno e il suo coinvolgimento nel gioco?

Si sta esagerando un po’. Il dubbio è che a me sarebbe piaciuto giocare oggi, perché mi è sempre piaciuto giocare coi piedi, essere al centro dell’azione. Adesso forse è un po’ esagerato, infatti quasi tutte le domeniche, quasi tutte le giornate, qualche errore capita. Dopo bisogna valutare un po’ i benefici che può portare questo moo di giocare. Ormai lo adottano tutti, probabilmente non vorrei che fosse una moda, ma sicuramente cambierà nel giro di qualche anno, perché ogni periodo qualcosa di nuovo va cercato. Si sta esagerando, perché giocare il pallone nell’aria facendo passaggi nell’aria può portare a rimbalzi sbagliati, può essere rischioso e pericoloso. Inoltre, l’errore può condizionare non solo il risultato, ma anche mentalmente il giocatore che magari commette quel tipo di errore. Tuttavia, se è l’allenatore che lo chiede, bisogna farlo. Io sarei più propenso a dire: “Va bene, l’allenatore mi chiede questo, ma quando vedo che la cosa è molto rischiosa, bisogna trovare una soluzione diversa.” Questo è il dubbio

A proposito di giocare con i piedi, ci racconta la sua esperienza da attaccante tra i dilettanti?

Ma a me è sempre piaciuto giocare fuori, giocare in attacco.Sono partito come attaccante, poi ho cambiato tipo di ruolo, forse ho fatto anche bene, però a me è sempre piaciuto giocare in attacco, soprattutto verso la fine della mia carriera da professionista. Dopo mi sono divertito con i miei amici, in prima categoria, dove per qualche anno mi sono divertito e ho segnato anche qualche gol. È stato bello così, perché alla fine ho coronato il mio sogno di giocare centravanti

Tanti portieri, pochi attaccanti in nazionale. Come vede questa situazione?

Purtroppo ci sono periodi in cui ci sono abbondanze in un ruolo e magari carenze in un altro. In questo periodo, in attacco siamo un po’ leggerini, non abbiamo l’attaccante di punta, il goleador, ma ci sono comunque alcuni giocatori interessanti come Scamacal, Retegui e Immobile. Purtroppo sembra che quest’ultimo non riesca a tornare al suo livello migliore, ma un vero goleador non può dimenticare come si fa a segnare. Poi, l’età avanza per tutti, forse è solo questione di sbloccarsi o trovare un po’ di tranquillità e potremmo comunque rivedere Immobile al meglio. Ci sono anche altri attaccanti, ma è innegabile che davanti manchi qualcosa, manchi quella punta che fa la differenza, che segna gol.Invece, in porta abbiamo abbondanza. Finalmente siamo tornati ad avere la profondità nel reparto dei portieri che avevamo qualche decennio fa. Adesso abbiamo veramente delle soluzioni, da Donnarumma a Vicario, da Meret a Provedel e anche altri. Abbiamo 5-6 portieri che possono giocarsela, tranne secondo me per il ruolo di titolare a Roma, ma ci sono altri che stanno spingendo, che vogliono fare concorrenza. Anzi, ci sono tantissimi portieri in giro, tra cui Di Gregorio, Falcone e molti altri

Una parola su Lazio-Juventus, quanto è stata importante la presenza di Vlahovic?

Beh, il dubbio è che se manca Vlahovic manca tanto alla Juve. però sinceramente sui due gol subiti la discesa non è stata proprio perfetta. Poi diciamo che sempre la Juve anche se è in crisi non devi dargli delle opportunità, occasioni come sono andata a dire la Juve. Ha giocato bene il secondo tempo, poi appena è arrivato l’allenatore deve trovare soluzioni, deve ancora inquadrare totalmente la squadra. Penso che abbia anche provato qualcosa. Può capitare che non ci sia Quella monogemia di squadra è normale dopo così poco tempo che è l’allenatore, ci può stare. Poi sei sempre la semifinale di Coppa, i giochi non sono ancora fatti, però 2-0 ribaltarlo non sarà facile

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