Zelensky da Vespa porta in scena una strampalata previsione e detta l’agenda all’Italia indisturbato

Il Guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, è stato recentemente ospite del programma televisivo condotto da Bruno Vespa e recante il titolo di Porta a Porta. Una pagina particolarmente triste della storia della televisione italiana, non v’è dubbio. Tra l’altro il programma di Bruno Vespa, come quello di Fabio Fazio, si caratterizza per essere un salotto notoriamente pluralistico, in cui tutte le opinioni vengono accolte a patto che siano opinioni ben collocate nell’alveo del neoliberismo e dell’atlantismo.

Intanto il guitto ha potuto sermoneggiare da Bruno Vespa senza alcun contraddittorio nella migliore tradizione del pensiero unico, fintamente pluralistico, che contraddistingue il tempo della globalizzazione neoliberale, meglio detta glebalizzazione. Come sappiamo, il pensiero unico politicamente corretto si fonda su un pluralismo fittizio. Infatti, per un verso esibisce e ostenta il pluralismo, e lo contrappone alle dittature dei partiti unici.

E per un altro verso riduce i plurali a varianti del messaggio unico, neutralizzando in tal guisa ogni reale alterità rispetto all’ordine simbolico-egemonico. Il deplorevole spettacolo del guitto Zelensky, il guitto della tribù dei nasi bianchi, ha raggiunto il suo momento di massima espressività allorché la marionetta, goffamente manovrata da Washington e avente un ego meringato, è riuscita a dire che se l’Ucraina dovesse perdere la guerra, allora la Russia attaccherebbe l’Europa e naturalmente anche l’Italia. Ovviamente il guitto dei guitti non ha portato lo straccio di una prova a sostegno di questa sua tesi strampalata.

Tesi che peraltro circola già da settimane presso il circo mediatico e il clero giornalistico, quasi come se essi dovessero preparare l’opinione pubblica a una possibile guerra preventiva della Nato contro la Russia. In ogni caso la tesi del guitto è stata infondata, come già dicevo, e risulta buona solo a generare timore presso gli spettatori e dunque a indurli ad accettare magari anche le ragioni, come ricordavo, di una guerra preventiva di Washington contro Mosca. Di più, il guitto lascia intendere che l’Italia deve impegnarsi ancora di più nel supportare l’Ucraina con soldi e armi, come peraltro sta facendo fin da quando questa scellerata guerra è principiata, nel febbraio del 2022.

Naturalmente il guitto non ha mancato di sottolineare la propria gratitudine rispetto al governo di Giorgia Meloni e della destra bluetneo-liberale, un governo che tanto si sta impegnando per sostenere le ragioni irragionevoli dell’Ucraina a suon di miliardi e di armi. D’altro canto ancora ricordiamo bene i tenerissimi abbracci tra il guitto e la sorella d’Italia, ma poi anche i cinguettii amorevoli che i due si erano scambiati, giurandosi eterna fedeltà. Scene letteralmente imbarazzanti, non vi è altro da aggiungere.

Intelligenti pauca. Quel che è certo è che la situazione sembra volgere al peggio per il guitto Zelensky. Se è vero com’è vero che la guerra contro la Russia non sta volgendo a favore dell’Ucraina.

Ricordate quando Enrico Letta disse che la Russia avrebbe capitolato nel giro di poche settimane? Ebbene, era con tutta evidenza una fake news. Addirittura Bergoglio nei giorni scorsi ha sobriamente ricordato al guitto che bene farebbe a issare bandiera bianca e a riconoscere la propria sconfitta. E mentre tutto questo avviene la tv italiana ci manda in onda il guitto che si permette di dire all’Italia cosa essa dovrebbe fare.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro