“Sono ancora gli Stati Uniti che dominano Israele, o forse è il contrario?”

Se l’invasione russa dell’Ucraina è iniziata nel 2022, il conflitto israelo-palestinese perdura ormai da qualche decennio. Una guerra che affonda le sue radici nella religione e nasce dalle Sacre Scritture. Un conflitto che ha origine dalla missione che gli ebrei hanno ricevuto dal loro Dio: creare la loro terra santa in Palestina. Elena Basile ex Ambasciatrice del Belgio, dedica al conflitto israelo-palestinese, insieme ad un altro personaggio importante, ovvero gli Stati Uniti, metà del suo libro: “l’Occidente e il nemico permanente”. Ma com’è cambiata la sensibilità occidentale nei confronti di Israele, che cosa è diverso? E soprattutto, sono ancora gli Stati Uniti che dominano Israele o forse è il contrario?

“Il rapporto tra Stati Uniti e Israele è cambiato. Gli Stati Uniti hanno da sempre sponsorizzato questo Stato ma ora siamo all’assurdo: perché sono dominati da lui. Come mai? Israele è la pedina della globalizzazione in medio-oriente“. Questa nazione di appena 9 milioni di abitanti deve tutto: finanziamenti e armi, agli Stati Uniti, ma ora la bilancia del potere sembra essersi rovesciata.

C’è una differenza secondo Basile, tra la comunità ebraica e le lobby ebraiche che ormai non condividono più gli stessi interessi. La comunità ebraica è ben conscia che il profondo desiderio di Israele sia una risoluzione della questione palestinese e una politica di ampio respiro e durata. “Le lobby ebraiche influenzano gran parte della politica americana e della Stampa, e fa sì che sia Israele a dominare su gli Stati Uniti: che è un po’ paradosso. Però lo avevamo visto anche con Obama, che cercava di ostacolare la politica di Netanyahu“.

“Dopo la Nakba la cacciata dei palestinesi, il Paese era senza una classe dirigente. Gli arabi hanno voluto mantenere viva la questione palestinese e l’hanno sfruttata per i propri interessi. Non hanno voluto trovare una soluzione di proposito. Dal 2000 in poi la questione palestinese è stata ignorata e il mondo pensava di poterla risolvere, fino all’attentato del 7 ottobre che ha risvegliato tutto. Il Governo di Netanyahu non ha protetto il Paese e deve la sua sopravvivenza a un’azione criminale contro la popolazione inerme: 12.000 bambini e 9.000 donne morti in Palestina“.

“Inoltre è stata ufficialmente approvata la missione difensiva sul Mar Rosso, per garantire, si dice, il libero commercio via mare. L’occidente però sta uscendo dalla globalizzazione, e la libertà del commercio è stata rinnegata in molte politiche europee. Inoltre le nostre navi saranno accanto a le navi angloamericane: quindi come si può chiamare difensiva?”

E se quella missione difensiva fosse solo una scusa per andare contro gli Houthi che stanno attaccando le navi occidentali? Gli Houthi rappresentano l’unica vera reazione contro il conflitto di Gaza e stanno guadagnando visibilità. Ma il problema non è eliminare loro, ma il conflitto a Gaza“.