Lazio, l’analisi di Fiore: “Sarri deve cambiare, ha creato un clima teso e ora il gioco è prevedibile”

Dopo la deludente prestazione nella trasferta di Bergamo che ha portato la Lazio a scivolare al nono posto in classifica, si torna a parlare di responsabilità a Formello. Sul banco degli imputati ci sono tutti: dalla società che ha deciso di non fare alcun acquisto, all’allenatore reo di non riuscire a motivare la squadra e a ripetere il gioco dello scorso anno, agli stessi giocatori, protagonisti di prestazioni deficitarie. Sul momento della Lazio ai microfoni di Radio Radio Lo Sport si è espresso Stefano Fiore, ex calciatore della Lazio, ora allenatore: “Da fuori sembra una montagna russa la stagione della Lazio. Prima della Supercoppa la squadra di Sarri aveva ritrovato brillantezza e compattezza, con i risultati ma senza il gioco spumeggiante dello scorso anno. Invece a Bergamo c’è stata una prestazione brutta come tante in questa stagione. La sensazione è che si viva di troppi bassi e alti. Quando la situazione è questa ci sono varie componenti, quella più evidente è che negli uomini chiave la Lazio è carente, stanno rendendo tutti , per motivi diversi, sotto stima”.

Nando Orsi chiede a Mister Fiore: “La Lazio è carente nella fase offensiva, cosa devono fare attaccanti e centrocampisti per rendere la Lazio più produttiva?”

Fiore: “Fa specie vedere la Lazio così, la mancanza di Milinkovic non determina così tanto, anche se è quasi insostituibile. A calcio si gioca in tanti e quelli che ha in attacco la Lazio sono giocatori di estro e imprevedibili. Ma stanno tutti performando meno di quanto possono rendere da fuori è sempre difficile giudicare come è normale che sia, anche l’allenatore quando le cose non vanno bene ha delle sue responsabilità. Io credo che Sarri quest’anno è stato molto duro, a volte anche scomodo, nelle dichiarazioni che sicuramente hanno creato degli attriti all’interno della squadra. Si è lamentato, ha cercato di scuotere l’ambiente, non so se in maniera voluta tentando di dare delle scosse però ho la sensazione che sia un giochino che poi non porti necessariamente vantaggi ma che crei degli attriti. Al di là di questa rigidità tattica che mi sembra evidente che non sia disposto tante volte a modificare, il suo modo di pensare e di giocare al di fuori del campo ha creato un ambiente non esattamente sereno. Sarebbe interessante scoprire il perché tante volte ha fatto questo tipo di dichiarazione”.