È il 22 giugno del 1974. Ad Amburgo la Germania dell’Ovest, padrona di casa del Mondiale, scende in campo contro l’altra Germania, quella oltre la Cortina di ferro, la DDR: la repubblica democratica tedesca. Le due compagini erano entrambe qualificate per il turno eliminatorio, ma quella partita assunse un carattere singolare proprio per le posta simbolica in palio e per lo scenario geopolitico della Guerra Fredda.
Sulla carta ad essere favorita era la Germania di Bonn che poteva schierare in campo giocatori del calibro di Gerd Müller e di Franz Beckenbauer. Gli apparati dirigenziali della DDR non erano entusiasti della partecipazione al mondiale, considerando la nazionale di calcio non all’altezza delle aspettative, e soprattutto della sfida con la più forte Germania Ovest. Una sonora sconfitta avrebbe infatti messo in cattiva luce il governo e la narrazione del modello Orientale, ma le cose non andranno secondo i pronostici.
La partita attendista e senza particolari emozioni si accese al minuto 77′, quando la mezz’ala della DDR, Jürgen Sparwasser, si involò verso l’area avversaria e con un controllo ondeggiante, tra il gesto tecnico d’applausi e l’errore fortunoso, riuscì ad superare la granitica difesa dell’Ovest, insaccando in rete.
Il gol diventò subito simbolico e Sparwasser un vero eroe nazionale della Repubblica democratica. In Occidente si parlerà di lauti premi promessi ai giocatori tedeschi dell’Est per la vittoria, indiscrezione poi rivelatasi non veritiera. Il match per Sparwasser metaforicamente non si concluderà però in quei 90 minuti ma ben 14 anni dopo, quando il calciatore simbolo della DDR deciderà, dopo una partita oltre la Cortina di Ferro, di non tornare più nella Repubblica Federale, scegliendo infine l’Ovest e anticipando quello che sarebbe stato il crollo del Muro di Berlino.