C’è un avvenimento degli ultimi giorni che ha fatto il giro del web ed ha imbarazzato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nonchè l’intero Partito di Fratelli D’Italia: la sparatoria che ha visto protagonista l’onorevole Pozzolo (FdI) durante la notte di Capodanno nei pressi dell’ex asilo di Rosazza in provincia di Biella. Un episodio che oltre a far inorridire l’opinione pubblica, ha anche messo in serio pericolo i partecipanti della festa di fine anno, molti dei quali erano anche dei bambini. C’è chi sostiene che dopo lo sparo Pozzolo avrebbe detto: “Sono rovinato”. Un’affermazione più che sensata considerando che dopo l’avvenimento di Capodanno, la Presidente del Consiglio lo ha estromesso da Fratelli d’Italia. Un gesto che è costato caro a Pozzolo, che ora rischia di essere espulso anche dal Parlamento. Intanto, spuntano fuori le versioni di due testimoni presenti alla festa: “Quando è partito il colpo l’arma era in mano a Pozzolo, è stato lui a sparare“, concordano entrambi. 

La versione dei testimoni

La sera del 31 Dicembre dalla pistola del deputato Emanuele Pozzolo, è partito un colpo che ha ferito alla gamba l’elettricista 31enne Luca Campana. Fin’ora la tesi avvalorata in base alle testimonianze dei presenti, è che il colpo sia partito accidentalmente mentre era in mano al parlamentare. A ricostruire la dinamica nei secondi precedenti allo sparo, è la voce di un testimone presente quella sera: “non abbiamo nemmeno avuto il tempo – ha dichiarato – di chiedere a Pozzolo cosa stesse facendo e magari di riporre l’arma, dal momento che alla festa c’erano anche dei bambini”. In base a quanto affermato dall’uomo il tempo che ha impiegato l’onorevole ad impugnare l’arma e poi ha sparare è stato meno di 20 secondi. Questa è stata la finestra temporale nel quale il proiettile ha colpito la gamba dell’elettricista Luca Campana. Sono anche altre le testimonianze che avvalorano la tesi della colpevolezza di Pozzolo. Se il deputato ritiene di aver portato con se l’arma ma di non aver sparato, ben tre persone affermano il contrario. In base ai verbali raccolti dagli inquirenti, due testimoni hanno affermato di aver assistito alla scena e che: “quando è partito il colpo l’arma era in mano a Pozzolo, è stato lui a sparare”.

L’ipotesi del secondo uomo

Nonostante al momento risulti essere Pozzolo l’indagato principale per lesioni colpose, emergerebbe l’ipotesi di una seconda persona. In base a quanto dichiarato dal parlamentare in sede difensiva, a premere il grilletto potrebbe essere stato Pablito Morelli ovvero il caposcorta di Andrea Delmastro. Secondo la ricostruzione di Pozzolo durante il brindisi di Capodanno, la pistola sarebbe caduta dalla sua giacca, per poi finire sotto gli occhi dei presenti. Quei presenti erano infatti Morello e due politici di FdI ovvero Davide Zappalà e Luca Zaini. Una volta caduta l’arma i tre uomini l’avrebbero raccolta, chiedendo a Pozzolo di cosa si trattasse. In base alle parole dell’onorevole, i tre avrebbero maneggiato l’arma e poi sarebbe partito lo sparo. Una versione che non collima però con quella dei testimoni e soprattutto con quella della vittima, ovvero Luca Campana, secondo cui la pistola l’avrebbe impugnata unicamente Pozzolo.

La smentita

Uno dei tre testimoni che ha smentito immediatamente la versione del parlamentare, è stato Davide Zappalà assessore ai lavori pubblici di Biella, che ha affermato che il parlamentare “aveva la pistola in mano, ma forse non è stato attento a maneggiare l’arma” per poi aggiungere che “nessuno l’ha tenuta in mano oltre a lui, ed è partito solo un colpo” ha affermato l’assessore. Se Morelli non si è espresso sull’accaduto, Repubblica ha riportato che sarebbe stato lui ad aver messo in sicurezza l’arma subito dopo lo sparo, e che la scena sarebbe stata vista da Delmastro. Ma chi è Pablito Morelli? Il caposcorta di Delmastro oltre ad essere un esperto di armi, è stato anche a servizio nella polizia penitenziaria. Inoltre quindici anni fa era rimasto coinvolto in un episodio analogo a quello del parlamentare di FdI: un colpo che partì durante un controllo di ordinanza su una pistola di servizio. Nonostante fossero all’ingresso di una casa circondariale, per Morelli non ci fu nessuna conseguenza e fu un altro agente ad essere processato. Morelli nel frattempo, era diventato consigliere comunale prima nel Popolo della libertà e poi a Fratelli d’Italia.