Cari agricoltori, l’Europa ha già deciso anni fa cosa fare dei vostri campi

Anche gli agricoltori italiani sono, finalmente direi, sul piede di guerra. Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno.
Beh, questo dipende.

Va bene, ma solo se tutto questo tempo è servito agli agricoltori italiani a fargli capire che all’interno dell’Unione Europea non c’è soluzione ai loro problemi. Possono soltanto rimandarli come fanno i balneari con la direttiva Bolkestein, ma prima o poi l’Unione Europea raggiungerà il proprio obiettivo, che è quello di distruggere totalmente il comparto. Perché?
Perché le grandi multinazionali che si muovono dietro alle istituzioni europee hanno bisogno di sostituire il cibo prodotto dagli agricoltori con la carne sintetica, con le farine a base di insetti. Hanno bisogno di utilizzare i campi agricoli per fare dei campi per fotovoltaici.
Quindi all’interno dell’Unione Europea il comparto dell’agricoltura non può sopravvivere.

Io non credo però che gli agricoltori possano dirsi sorpresi di tutto questo.
Dieci anni fa i problemi erano gli stessi. E in questi dieci anni non è stato fatto nulla per risolvere i problemi sollevati all’epoca dagli agricoltori, anzi. Il PAC dell’Unione Europea, da non confondere col “pacco” napoletano, anche se molto simile nella sostanza, sono le politiche agricole comuni che non fanno che andare contro quelli che sono gli interessi degli agricoltori. Oltretutto, che la politica abbia sempre dimostrato disprezzo per la categoria lo vediamo anche dai ministri espressi in questi anni.
Abbiamo avuto anche la Nunzia De Girolamo, poi passata a Ballando con le stelle.

Forse molti di voi si saranno dimenticati, ma sicuramente non gli agricoltori, che nel 2010 il governo firmò il Green Corridor.
E quando c’è la parola “green” dovete sempre cominciare a tremare. Questo avveniva già nel 2010, quando dietro le parole “Green Corridor,” ossia corridoio verde, si intendeva la possibilità di far arrivare prodotti agricoli liberamente dall’Africa, soprattutto dall’Egitto, nel nostro paese.

Questa era una vera e propria condanna a morte per gli agricoltori italiani già all’epoca, perché non si può competere ovviamente con la manodopera a basso costo dei paesi come l’Egitto. Ma soprattutto possono utilizzare anche alcuni fitosanitari che in Italia e in Europa sono giustamente vietati. Quindi una concorrenza praticamente impossibile per i nostri agricoltori, perché già all’epoca avevano firmato la condanna a morte del comparto.

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