Battaglia MES, il retroscena sulla bocciatura: titolo di giornale fa capire tutto su chi lo voleva

Talvolta vi è anche qualche buona notizia da segnalare e da discutere. In questo caso la buona, anzi direi ottima, notizia che volentieri trasmettiamo e commentiamo riguarda il fatto che l’Italia è riuscita a respingere il MES, il perverso meccanismo europeo di stabilità ratificando e impiegando il quale l’Italia si sarebbe ulteriormente indebitata.

Oltre a ciò avrebbe perduto anche la propria sovranità politica, lasciando che a decidere le riforme per il Paese fosse direttamente la stessa Banca Centrale Europea. Perché questo è in effetti, al di là del vitreo teatro delle ideologie, il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità. un poderoso dispositivo teso a de-sovranizzare anche sul piano politico gli stati europei.

Stati europei che già sono stati de-sovranizzati sul piano economico e monetario grazie alla moneta detta Euro e che ora grazie al MES perderebbero anche la propria sovranità politica come avvenuto peraltro in maniera adamantina con il caso della sventurata Grecia che si è trovata costretta de iure ad attuare le riforme imposte da Bruxelles, riforme che tutte sono naturalmente orientate in chiave liberista all’insegna cioè dei tagli alla spesa pubblica, dell’abbassamento dei salari, della contrazione dei diritti sociali. In questo caso, per una volta, il governo di Giorgia Meloni, grazie anche indubbiamente al supporto di economisti seri e preparati come Borghi e Bagnai, è riuscito a resistere e, come usa dire, a tenere il punto. Una mossa in questo caso davvero lodevole che non possiamo astenerci dal segnalare.

Noi che abbiamo sempre criticato duramente il governo di Giorgia Meloni, soprattutto per le sue politiche in chiave neoliberale e atlantista. Le sinistre fucsia neoliberali per parte loro si sono stracciate le vesti accusando duramente il governo Meloni di non aver firmato il MES. Una volta di più, possiamo dirlo senza ambagi, la sinistra neoliberale si conferma la parte più filo-capitalistica e filo-bancaria, riuscendo anche più fanatica rispetto alle destre stesse.

Sulla Repubblica, rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico, troviamo addirittura un articolo rivelatore ed emblematico. Un articolo nel quale si ammette candidamente che il fatto che l’Italia non abbia firmato il MES può generare scompiglio nell’eurozona e soprattutto può rendere, sono parole di Repubblica, più vulnerabili le banche europee. Questa è la spudorata espressione impiegata dal giornale aziendale.

Insomma, il MES, lo dicono apertamente, doveva essere firmato secondo l’ordine neoliberale per rendere più solide le banche anche a costo di impoverire ulteriormente i cittadini. Perché poi questo è il fondamento primissimo dell’ordine neoliberale o turbo-capitalistico che dir si voglia. Il mercato ha sempre ragione, anche quando palesemente ha torto, e le uniche sofferenze che meritino di essere curate sono quelle bancarie, quando anche, curandole, si tratti di produrre sofferenze atroci per i lavoratori e per i ceti medi.

È in fondo la storia degli ultimi 15 anni nel vecchio continente. Quando, con solerzia e con zelo, si sono salvate e sovvenzionate le banche utilizzando i danari pubblici e dunque operando quello che più volte ho definito il keynesismo a rovescio, il keynesismo cioè che usa i pubblici danari non per fare stato sociale e assistenza ai più deboli, ma al contrario, per aiutare le banche in difficoltà e le aziende private del credito. Insomma, siamo in una situazione paradossale, irrazionale, un vero e proprio mondo alla rovescia, che si chiama neoliberismo, dove la parola libertà risuona come unica definizione possibile per un mondo che in realtà conosce un’unica libertà, quella delle banche e delle classi dominanti.