Classe 1955. Campione del mondo 1982, fu proprio lui a sugellare il definitivo 3-1 sulla Germania che scatenò l’esultanza dell’allora Presidente del Consiglio Sandro Pertini presente in tribuna. 141 reti in Serie A, 25 con la casacca azzurra, un campionato vinto e ben due Europei e due Mondiali disputati. Tra gli anni 70-80 ha fatto sognare migliaia di tifosi, soprattutto quelli dell’Inter. Tra il 1977 e il 1988 i bambini neroazzurri compravano una sola maglia e sognavano di essere come ‘Spillo’, Alessandro Altobelli. Affianco a lui, ai microfoni di Radio Radio Lo Sport, un habitué dell’agorà di Radio Radio, un altro bomber di razza che ha fatto la storia della Roma, Roberto Pruzzo. I due bomber vecchia scuola hanno parlato di Nazionale, Inter-Juve e tanti ricordi.
Il calcio italiano ha un problema con gli attaccanti?
Altobelli: “Oggi sembra che, se guardiamo la classifica dei capocannonieri, sia necessario scorrere i primi dieci posti prima di trovare un italiano. Guardavo proprio Buonaventura della Fiorentina al decimo posto; poi ci sono Politano, Colpani, ma non c’è un attaccante. Negli anni precedenti c’era Immobile, un grande goleador nel campionato italiano, ma aveva difficoltà in nazionale. Ritengo che sia necessario lavorare di più, iniziando nei settori giovanili per ridare agli attaccanti le qualità che avevano un tempo. Un tempo, la cosa essenziale per un attaccante era segnare. Oggi devi partecipare, aprire gli spazi, fare spazio; l’attaccante deve segnare. Il nostro calcio è cambiato ultimamente, e non so se piaccia alla gente. Cos’è cambiato? Una volta, il portiere doveva saper parare; oggi il portiere dice di saper giocare con i piedi, ma a me interessa che sappia usare bene le mani. I difensori devono saper far partire l’azione dal basso, ma a me interessa che non facciano segnare; devono saper difendere. Tutte queste cose facevano sì che l’Italia avesse i migliori portieri, difensori, attaccanti, centrocampisti ed esterni. Oggi facciamo fatica“.
Pruzzo: “Adesso, questi giocatori sono specializzati in un ruolo e non sanno svolgerne un altro. Come abbiamo detto prima, il calcio è cambiato; sono anni che non si gioca più lo stesso calcio. Sarei contento di tornare indietro, poiché procedendo così, vediamo che il ruolo degli attaccanti diventa sempre più difficile, e non c’è più nessuno che giochi dove dovrebbero essere gli attaccanti. Guardando la classifica dei capocannonieri, i primi nella lista sono Colpani e Politano, entrambi centrocampisti. Immobile ha tenuto bene per tutti questi anni, rappresentando l’Italia a livello di campionato italiano. Purtroppo, non vediamo una traccia dietro di lui che ci dia speranza per il futuro con una nuova generazione di attaccanti. Leggendo la formazione della nazionale italiana, non è che mi dispiaccia particolarmente, ma è possibile che siamo ridotti. La realtà è che abbiamo saltato due Mondiali, facciamo fatica a qualificarci all’Europeo, e questa è la realtà del calcio moderno. Mi auguro di tornare indietro un po’ nel tempo, magari ritrovando portieri, difensori e attaccanti più forti. Tuttavia, per fare ciò, è necessario iniziare a lavorare di più nei settori giovanili. A volte vado di nascosto a vedere le partite dei ragazzi, e quando vedo un giovane perdere la palla dopo un dribbling dalla panchina, tutti si alzano e lo richiamano. Ma lasciatelo fare. Il segreto del calcio e degli attaccanti è saper superare l’uomo, perché se superi l’uomo, crei un vantaggio per la squadra“