Le agenzie di rating scuotono l’Italia: ecco come la nostra democrazia finirà in mano ai privati

Nelle ultime settimane le testate giornalistiche italiane con i vari commenti sugli articoli che riguardano l’economia hanno pubblicato degli articoli e anche dei commenti che sono francamente curiosi in merito alla conferma della valutazione BAA3 del debito pubblico italiano da parte di una famosa agenzia di rating che è Moody’s. Con delle prospettive migliorate da negative a stabili. Come sapete le prospettive che danno le società di rating possono essere migliorative o peggiorative per il futuro.

In questo caso sono migliorate. Le espressioni che abbiamo letto sui giornali italiani oscillavano tra una sorpresa positiva, un pericolo scampato, addirittura la superstizione di un venerdì 17 che porta fortuna all’Italia. Ecco, queste relazioni in realtà arrivavano da una tribuna sostanzialmente unanime che per mesi aveva seminato dei timori sugli eventuali declassamenti, cioè ribassamenti, da almeno una delle quattro agenzie di rating più importanti.

I fatti recenti dimostrano che le previsioni catastrofiche erano infondate. Infatti, Venerdì 17 lo spread si è attestato intorno a quota 175 esattamente dove si trovava intorno a metà di settembre. Analogamente il rendimento del buono del tesoro pluriennale decennale è tornato nell’area 4,30-4,40% riflettendo le decisioni della banca centrale americana e le evidenze di un rallentamento economico che è globale.

Quindi la precipitosa caduta di credibilità di questi soggetti può passare inosservata, dato che la loro credibilità è già dubbia agli occhi di alcuni commentatori da anni. In conclusione, chi ha sempre ignorato la realtà ora si trova un pochettino spaesato. Io credo che il fatto che ci siano delle agenzie di rating che rispondono a delle regole internazionali prevalentemente di interessi fortemente privatistici, a giudicare la realtà pubblica che invece dovrebbe tutelare gli interessi della collettività, mi sembra un paradosso del ventunesimo secolo.

Ecco io pregherei proprio i curatori di questa rubrica di intitolarla il paradosso del ventunesimo secolo perché noi viviamo in una realtà oggi che dopo secoli che sono stati usati per costruire a fatica con rivoluzioni e con sangue le democrazie Oggi mettiamo le democrazie e le scelte politiche nelle mani di giudizi che rispondono invece ad interessi privatistici. Questo mi sembra veramente un paradosso.