Conti correnti: al terrore da prima pagina sfugge un dettaglio ▷ “Le mani nel conto te le mettono già!”


Sta per iniziare un Grande Fratello fiscale? No. Ma il fatto che una misura statalista come questa venga denunciata dagli organi di stampa che fino a pochi mesi fa urlavano collettivismo e restrizioni fa riflettere molto.
Già, perché non solo la notizia è stata smentita il giorno dopo le prime battute, ma la paura innescata senza apparente motivo sembra ormai una consuetudine su carta stampata.
Insomma, il governo non autorizza il fisco a mettere le mani nei conti correnti. Non lo fa perché questo accade già in questo momento. “La mia idea è che nei conti correnti delle persone non si debba mettere le mani a prescindere. Ora, che un governo di destra pensi, dopo averci fatto tante menate sulla proprietà privata, di mettere le mani nel conto di una persona, sarebbe ancora più grave.
Il fatto è che già oggi possono prenderci i soldi dal conto, non è che prima non succedeva. Tra l’altro, ci vuole un’autorizzazione
“. Cosa ha fatto allora il governo? A fare ordine il vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo.
“Semplicemente, hanno velocizzato questo passaggio. Il fisco, cioè, può vedere prima di procedere se nel conto i soldi ci sono. Mi piace questa roba qua? Assolutamente no. Io penso che il fisco non debba guardarti dentro il conto neanche se tu hai un debito accertato. Tra l’altro chi ha precedenti sa quanto sia simpatico il fisco”.
Questa però è anche una parte della famosa trasparenza a cui si inneggia: “Si dice cioè che se tu hai rubato, non hai pagato le tasse, quindi è giusto che ti mettano le mani nel conto. Eh no, vaffanc*lo“.

Dunque non si è trattato di un inasprimento, “ma l’introduzione della possibilità che il fisco verifichi prima se tu hai i soldi sul conto. E’ quasi una roba a tutela.
I giornali poi hanno montato una campagna dicendovi che vi avrebbero messo le mani sul conto. No, le mani nel conto te le mettono già!


E mi fa ridere“, conclude , “che i giornali che fino all’altro giorno hanno titolato in prima pagina ‘intercettateci tutti’, quando poi c’è una cosa che va nella loro direzione, si lamentano“.