Prof. Frajese ▷ “Pfizer sapeva fin dall’inizio dei problemi cardiovascolari” | Lo studio in pre-print

A seguito della pubblicazione dello studio Cureus che ha analizzato nel dettaglio il tasso di mortalità in Germania nel periodo che va dal 2020 al 2022 e a seguito delle singolari coincidenze che vi si sono evidenziate al suo interno in merito alla pandemia, spuntano nuovi studi che riportano dati preoccupanti che riguardano le vaccinazioni da Covid 19 e alle conseguenze che queste ultime avrebbero avuto sulla salute della popolazione . Il dibattito si è incentrato dal primo momento sui dati forniti dalle istituzioni regolatorie e dalle aziende farmaceutiche in primis, le quali avevano evidenti interessi nella diffusione dei numeri sul vaccino più discusso della storia, al quale viene contestata una scarsissima quantità di test preventivi sugli effetti collaterali a lungo termine. La possibilità di gestire e manipolare facilmente notizie e aggiornamenti sui vaccini ha reso difficile e lento il processo di corretta informazione e ha permesso a chi aveva interessi in ballo di poter agire indisturbato.

Vanni Frajese, docente dell’Università di Roma Foro Italico ed endocrinologo, svela alcuni dati che, pubblicati a tempo debito, avrebbero cambiato radicalmente le carte in tavola:

È stato diffuso in questi giorni un articolo in pre-print che non è stato ancora reso pubblico il quale attesta l’evidenza di un aumento della morte per problemi cardiovascolari di 3,7 volte nei vaccinati rispetto al gruppo di controllo dei non vaccinati, ci rendiamo conto che se un dato del genere fosse uscito prima nessuno si sarebbe vaccinato?
Lo studio, non ancora pubblicato su rivista scientifica, si chiama ‘Forensic Analysis of the 38 subjects in the 6-month interim report of the Pfizer-BioNTech clinical trial’ e “dimostra come i dati iniziali forniti da Pfizer fossero il prodotto di menzogne per insabbiare preoccupazione in merito a effetti collaterali come miocarditi, pericarditi. C’erano già dati preoccupanti nelle rilevazioni iniziali condotte da Pfizer sui rischi cardiovascolari, quindi com’è possibile che una casa farmaceutica abbia dei dati di laboratorio così preoccupanti che dimostrano un rischio di quasi quattro volte superiore rispetto ai non vaccinati e non li renda pubblici?