Rizzo senza filtri sull’isteria climatica ▷ “Un magna magna per fregare (ancora) la povera gente”

E dopo l’emergenza climatica arrivò l’ecoansia. Sono ancora fresche di stampa le scene di Giorgia e il ministro Pichetto Frattin, lacrime amare per una fine del mondo imminente, che vede il 2050 lontanissimo, fermo restando che cinque anni fa si prevedevano catastrofi apocalittiche per il 2023 da fonti gretine. Un pianto in salsa verde che sa maledettamente di business. Un allarme che demonizza chi – suo malgrado – non è provvisto di euro 6 o auto elettrica.
Il problema qual è? Che noi vediamo Bezos arrivare in Italia con uno yacht da 100 metri. Lo stesso vale per Bill Gates. Quanto consumano?“. Commenta così Marco Rizzo, di Democrazia Sovrana e Popolare.
L’altro giorno ho visto una foto di Fedez e la Ferragni sull’aereo privato. Quante Fiat Panda consumano gli aerei privati di questa gente qua?
Però sono quelli che ci dicono che dobbiamo cambiare l’automobile, che non si può più andare in periferia o al centro, che bisogna comprare le auto elettriche, che bisogna mettere il cappotto termico (che farà perdere di valore alle nostre case se non lo metti).
Alla fine tutto questo giro è un magna magna per fregare la povera gente, di nuovo. E loro vanno in jet privato consumando l’ira di Dio. Però se dici queste cose sei un negazionista. Da 30 governano così. Da 30 anni governano col terrore
“.

Guardavo di recente i TG nazionali e quelli regionali“, continua, “mi ha impressionato il confronto: quelli regionali parlavano di incendi generati da piromani, di mancanza di strutture e investimenti. Quelli nazionali di emergenza climatica. Svegliatevi, tutto qua.

Lo dico anche pensando alla mia amica Giorgia Meloni. Fa viaggi dappertutto. L’altro giorno l’ho vista lì a Washington, tutte bandiere americane (almeno una italiana l’avrei fatta mettere). Doveva vincere le elezioni la Meloni per fare quello che ha fatto con gli USA? Bastava Letta, Renzi, la Schlein: avrebbero fatto le stesse cose. Vale la pena?

L’intervista ai microfoni di Stefano Molinari.