Il vanto di un’Italia troppo distratta per riuscire a vantarsi: accade spesso così con le nostre eccellenze.

In questo caso, a cominciare dalla stampa sportiva, della quale facciamo parte, che non riesce a resettare le proporzioni del risalto da dare agli eventi e alle notizie, quando sono tali ed eclatanti, come nel caso della straordinaria performance di Sofia Raffaeli e delle “Farfalle” della ginnastica ritmica alla Coppa del Mondo 2023. 

Nelle sue evoluzioni, nella palla argentata o nel cerchio che sembrano l’appendice di un corpo segmentato dalla perfezione dei gesti tecnici (e artistici), c’è una fortissima testimonianza di cultura del lavoro, cura dei particolari, dedizione al sacrificio che in epoche passate hanno fatto parte delle nostre doti, che ci hanno resi sempre sistematicamente migliori rispetto alla classe politica e burocratica che ci ha governato. Ecco perché dietro le eccellenze dello sport, delle quali fa parte al massimo grado un’atleta come Sofia Raffaeli, ci sono sempre tanti altri contenuti, che vanno oltre la singola disciplina e oltre persino lo sport stesso: ci sono storie che andrebbero fatte conoscere nelle scuole a una moltitudine di ragazzi che hanno sete – non fame, sete, bisogno ancora più vitale – di esempi positivi. Se no arriverà sempre l’Alain Elkann di turno a pontificare dopo un viaggio in treno dall’alto del suo scranno di privilegiato sulla “barbarie” della gioventù attuale, senza però approfondire circa il fatto che è spesso lasciata a se stessa da genitori rimbambiti dall’egoismo, insegnanti spesso prigionieri di un’insipienza burocratica, un’industria che li spreme dopo averne plasmato gusti e abitudini. 

E, tornando alla questione della cosiddetta narrazione giornalistica e delle sue proporzioni, sarebbe il caso di ridurre un pochino, non tanto perché sarebbe irrealistico, lo spazio ai “si dice” del calciomercato, a questa o quell’amichevole, alle chiacchiere infinite attorno alla crisi quasi ormai eterna della Ferrari per celebrare ciò che va celebrato e prima ancora fatto conoscere a un pubblico davvero grande, quello che imprese come quelle dell’Italia al Campionato del Mondo di Ginnastica ritmica meritano sul campo. Su questo aspetto, per onestà intellettuale e decenza, collochiamo anche noi stessi nella foltissima schiera dei colpevoli. 

Paolo Marcacci