“Vuoi campare più a lungo? Non andare in pensione”, lo dice la scienza!

“Vuoi vivere a lungo e in salute? Non smettere mai di lavorare!”. Questo è l’incipit del Dataroom di Milena Gabanelli pubblicato sul Corriere della Sera del 15 maggio 2023.
Una tematica controversa alla base della quale però l’autrice pone “diversi studi” scientifici di non meglio precisata provenienza. Non nel video atto a trasmettere un messaggio ben preciso: chi va in pensione più tardi, o comunque continua a fare lavoretti part time è più in salute di chi invece stacca dal lavoro in età pensionabile. Questi ultimi invecchierebbero più in fretta a causa dell’inattività. Ma non è finita qui, secondo Gabanelli e il Corriere: non andare in pensione non inciderebbe affatto sull’inattività dei giovani. Lo proverebbero alcune statistiche di Paesi sviluppati in cui una più frequente occupazione pensionata coinciderebbe con una più elevata occupazione giovanile. Peccato che nello stesso Dataroom vengano presi in esame lavoratori in età pensionabile con “lavoro indipendente“, dunque resta sconosciuto il legame con l’occupazione giovanile.
E poco importa se è praticamente palese che qui in Italia la sostituzione dei lavoratori anziani non è una prassi così comune.

Per il sindacalista Savino Balzanosono tutte sciocchezze per coprire sotto il tappeto la polvere vera. Ovvero, noi abbiamo un sistema che continua a tagliare allo Stato sociale. Dunque tu hai gente che va sempre più tardi in pensione, peraltro con pensioni sempre più inadeguate e misere, e dall’altro lato moltissimi lavoratori non vengono più sostituiti. Questo avviene quotidianamente nel privato, ma anche nel pubblico“.
E non è la prima volta in cui il problema è palese: “Mi viene in mente quando durante la crisi sanitaria siamo stati costretti a richiamare medici 75enni per sopperire all’assenza di infermieri nel sistema sanitario nazionale, perché da quella esperienza noi abbiamo imparato solo le cose negative e le applichiamo anche alla pseudo crisi climatica. Le altre, ovvero investire nella sanità pubblica, quelle non le abbiamo imparate per nulla“.

L’intervento ai microfoni di Stefano Molinari.