Nuovo rialzo dei tassi, le verità che Lagarde non vuole far sapere: c’entrano anche le sanzioni alla Russia

L’annuncio del nuovo rialzo dei tassi di interesse a luglio da parte della Banca Centrale Europea ha suscitato non poche critiche da parte della politica italiana. Il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno contestato questa decisione sostenendo che danneggerà famiglie e imprese, senza favorire la crescita. E certo, io ve lo spiegavo ormai da mesi.
Anche Adolfo Urso ha criticato le scelte della BCE definendole “poco comprensibili e inefficaci”. Mi permetto di di aggiungere anche “dannose”.

La mancanza di chiarezza sul percorso dei tassi è sempre più evidente e la Banca Centrale Europea non è in grado di indicare di quanto e per quanto tempo aumenterà il costo del denaro. Nonostante l’economia europea stia rallentando, la BCE continua a prendere misure per contrastare l’inflazione, anche se non sa palesemente più quale direzione prendere.
Christine Lagarde afferma che è meglio fare troppo che troppo poco per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2%.
Il problema, presidente Lagarde, è che lei non ha alcun rispetto delle famiglie e delle imprese.
A lei interessa solo il 2% per contrastare l’inflazione, nell’interesse dei grandi speculatori e degli investitori.
Qui ci sono famiglie che stanno soffrendo, cara Presidente.

Tuttavia viene sollevata la questione se la stessa BCE abbia responsabilità nell’aumento dei prezzi da parte delle aziende, a causa dell’incertezza. L’incertezza si scarica sulle imprese. Una guida bancaria priva di visione di politica economica crea incertezza sui tassi e sulla stessa inflazione. Ciò che non vogliono dire quelli della Banca Centrale Europea è la verità, e cioè che si tratta di una inflazione da offerta autoindotta, cioè transizione energetica e sanzioni alla Russia, su cui si è innescato l’ennesimo aumento dei profitti a scapito dei salari. Dove l’aumento dei tassi ha solo l’effetto di colpire le famiglie e aggravare la recessione delle imprese. Questa è la verità.

Io mi occupo di imprese nella consulenza strategica.
Tutti i giorni incontro imprenditori, ascolto i loro problemi e mi rendo conto che ormai gli imprenditori sono veramente nauseati, disgustati, sfiduciati dal mondo politico. Spero che il mondo politico italiano, oltre che alzare la voce, abbia anche il coraggio di rimandare al mittente qualcosa. Per esempio rimandate al mittente il MES.
Sarebbe un segnale di forza, non soltanto di parlare, ma anche di agire.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi