Missili ucraini in Crimea: le dichiarazioni shock ▷ “Sembra una pulizia etnica”

Arriva nella notte la notizia di due missili ucraini che si sono abbattuti sul ponte di Kerch in Crimea, il simbolo del controllo russo sulla Crimea a partire dal 2014. L’attacco da parte delle forze armate di Zelensky con missili shadow di probabile provenienza britannica, rappresenta dunque il tentativo da parte dell’Ucraina di sferrare il colpo finale sul territorio occupato dai russi e di aprire una trattativa forzata. Un tentativo questo, di ridiscutere i termini e le condizioni sulla Crimea e tentare di riappropriarsi di un territorio difficile da riottenere con altri mezzi.

A seguito delle recenti notizie in merito al coinvolgimento delle forze armate ucraine in Crimea, la rappresentante permanente di Zelensky nella repubblica di Crimea Tamila Tasheva rilascia una sorprendente intervista a Newsweek, importante magazine americano, in cui dichiara: “Quando riprenderemo la Crimea inseriremo nella lista nera circa 10.000 ucraini che hanno collaborato con le autorità russi e li puniremo. Si ritiene che centinaia di migliaia di cittadini russi si siano trasferiti in Crimea da quando le forze del presidente Putin hanno occupato la penisola. Ci sono tra i 500.000 e gli 800.000 mila cittadini russi attualmente residenti in Crimea, tutti coloro che sono entrati illegalmente saranno soggetti ad espulsione forzata”

Le dichiarazioni della Tasheva suscitano inquietudine ed assumono tutta l’aria di una ‘pulizia etnica’ alla quale nessuno vorrebbe assistere.
Suppongo” continua la rappresentante di Zelensky “che i russi lasceranno la Crimea prima dell’arrivo delle forze armate, si aspettano che l’ucraina faccia giustizia nei confronti di tutti i collaborazionisti e dei residenti illegali e cercheranno di scappare
A questo punto appaiono fuori luogo dichiarazioni di questo tipo da parte delle autorità, in cui si comincia a parlare di punizioni e purghe ancor prima di aver effettivamente conquistato la Crimea. Continuano, dunque, ad essere fomentati l’odio e la violenza tra due popoli fratelli che, molto probabilmente, non risaneranno mai più rapporti civili.