Nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha votato ufficialmente la legge sul ripristino della natura.
Esultano le sinistre, meno il Partito Popolare Europeo delle destre che è arrivato poco compatto al voto: 21 gli eurodeputati a favore.
In totale 336 i favorevoli, 330 i contrari, 12 gli astenuti. “Per la prima volta – ha detto Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu – avremo una legge con una funzione non solo protettiva, ma proattiva, il cui principio è che proteggere la natura esistente è fondamentale ma non basta più: bisogna ripristinare quella perduta“. E per farlo la legge in questione prevedrebbe la riduzione delle aree agricole.
Altri pericoli per gli agricoltori? Al sentire della proposta potrebbe sembrare tutto rose e fiori: si fa per l’ambiente.
Ma dentro la legge targata Green Deal appoggiata anche da Greta Thunberg e compagnia, sembrerebbe esserci più di qualche fregatura.
“Vai a bruciare posti di lavoro” – spiega Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare Lega che ha espresso un “No” secco alla votazione.
“Dietro tutto questo ci sono le grandi multinazionali che preferiscono che sui tavolini nostri, delle famiglie italiane, arrivi roba fatta chissà dove perché i costi sono inferiori. La riduzione delle aree agricole c’è e non solo quelle sono coinvolte, ma anche delle aree in cui si può pescare: è un disastro. Per i nostri pescatori è davvero la fine, avranno grossissimi problemi.
Quando c’è una enorme dose di fanatismo esasperato, estremistico, alla fine le cose non sono sostenibili“.
Ascolta l’intervento integrale a “Lavori in Corso“.
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