Paolo Maldini non è più il DS del Milan. A rimpiazzarlo, l’americano Billy Beane e… l’intelligenza artificiale. O meglio, il “Metodo Moneyball“, ispiratore dell’omonimo film con Brad Pitt protagonista, che consiste nel cercare nuovi giocatori scrutandone i parametri statistici, più che le partite come tradizione vuole.

Milan e “Metodo Moneyball”: che cos’è

Anche se quello della bandiera rossonera potrebbe essere ricordato come il primo caso in cui una macchina ha fatto licenziare un uomo, l’approccio statistico al mercato delle squadre non è una novità. Non solo per il citato Moneyball, messo in pratica con profitto nel baseball decenni fa proprio da Beane, ma anche per gli svariati casi che, nel calcio ad alto livello, si sono moltiplicati negli ultimi anni. Ne sono un esempio le due società gestite dall’ex pokerista Tony Bloom, Brighton e Union Saint-Gilloise, che negli ultimi due anni hanno fatto molto parlare di sé per gli straordinari risultati sportivi raggiunti. Se i belgi, arrivati ai quarti dell’ultima Europa League, hanno prima ottenuto una doppia promozione e poi accarezzato per due volte il sogno del titolo, i seagulls il prossimo anno saranno protagonisti della seconda coppa europea per importanza grazie a un gioco spumeggiante e un mercato ponderato e intelligente. Sulla panchina degli inglesi, Roberto De Zerbi ha potuto esprimere al meglio le sue qualità portando il club del Sussex a un traguardo storico, quasi impensabile.

La guida del DS (umano)? Dati e numeri. Non si guarda al nome, né alla provenienza geografica: la ricerca dei giocatori fa affidamento su metriche relative alle performance. Per esempio, se si cerca un centrocampista “regista”, si prenderanno in considerazione i profili con il maggior numero di passaggi riusciti, di verticalizzazioni a segno, di kilometri percorsi e di contrasti vinti; se servisse un attaccante di manovra, oltre ai gol segnati, si considererebbero le palle intercettate di testa, le sponde, il raggio di azione e così via. Un metodo, dunque, che dà più peso ai numeri e meno importanza alle sensazioni, i gusti personali, la storia sportiva dei calciatori.

Come potrebbe essere il mercato del Milan dopo gli addii di Maldini e Massara

Il licenziamento della squadra mercato del Milan non viene dal nulla. Il rapporto tra Redbird (proprietà dei rossoneri, americana) e il tandem Maldini-Massara si era deteriorato ormai da tempo. La prima, grande crepa è stata il rinnovo tardivo dei due. Poi, le grandi delusioni del mercato estivo (De Ketelaere, Origi, Dest e Adli su tutte), che a cascata hanno generato problemi con le regole UEFA relative al numero minimo di italiani per la lista delle coppe (Florenzi fu inserito nonostante un grave infortunio da smaltire). Infine, il mercato di gennaio, con Maldini sconfessato dal presidente Jerry Cardinale sulla trattativa per portare Zaniolo a Milanello, fino alla decisione di rinnovare Ibrahimovic un altro anno quando era ormai chiaro che, sul campo, la sua resa sarebbe stata nulla. Ora, al posto della leggenda rossonera, il metodo algoritmico. Un meccanismo che il presidente del Milan ha già implementato, con discreti risultati, anche a Tolosa.

«Con il Tolosa abbiamo fatto un investimento partendo solo dai dati, poi abbiamo aumentato il livello con la Fenway Group e infine siamo arrivati al Milan che è uno dei brand più grandi del calcio europeo. Il Milan ha di diritto un posto al tavolo dei migliori e il nostro lavoro è di riportarlo lì. Voglio portare la mia mentalità e i metodi in Europa ed essere d’aiuto. La squadra [del Tolosa] è stata costruita solo basandosi sull’analisi dei dati, senza scouting. Era un esperimento, ma dopo un anno siamo stati promossi in Ligue 1. Penso che i dati giochino un ruolo importante, ma in particolare nelle grandi squadre c’è bisogno di un modello ibrido tra i dati e l’occhio umano», diceva a marzo scorso il numero uno dei rossoneri, augurandosi di portare questo modello anche all’ombra della Madonnina. La strategia giusta, come sottolineato dallo stesso Cardinale, non è dunque solo l’analisi dati, ma un modello ibrido. A sostegno di questa tesi, va sottolineato che a Milanello, negli ultimi anni, si sia sempre cercato di trattenere i giocatori più talentuosi, anche a costo di fare uno sforzo economico. Per valutare questo esperimento di gestione del mercato servirà tempo. Di certo, la sessione estiva appena iniziata darà molte indicazioni: appuntamento a settembre.