Quanta ipocrisia sulla morte di Berlusconi

Quanta ipocrisia sulla morte di Silvio Berlusconi. Quante lacrime di coccodrillo.
Quanta falsità, soprattutto da parte di quegli ambienti che nel 2011 si resero protagonisti o complici di quello che fu il più spietato attacco contro un governo italiano. E si trattava proprio del governo di Silvio Berlusconi: un attacco al suo governo, un attacco alle sue aziende, un attacco alla sua persona per commissariare il governo del Paese. E oggi tanti di quelli che si resero protagonisti di quel “quieto colpo di Stato”, come lo ha chiamato qualcuno, si fingono addolorati e fingono di esaltare le doti del presidente Berlusconi.
Allora cerchiamo di riassumere insieme quello che accadde in quei mesi, in modo da far cadere le maschere.

Siamo agli inizi del 2011 e a Cannes si tiene il G20: quel vertice aveva proprio tra i vari obiettivi, quello di mettere il Governo di Silvio Berlusconi con le spalle al muro, perché già era stato deciso di sostituirlo con Mario Monti.
Che sia stato organizzato una sorta di complotto europeo lo ammetterà addirittura l’ex Segretario al Tesoro USA Timothy Geithner, che confesserà che era stato chiesto addirittura l’intervento anche dell’amministrazione americana. Ma era stato scelto Monti.
Infatti, soltanto qualche mese prima, il 3 settembre 2011, si era svolto a Cernobbio l’annuale Forum Ambrosetti.
In quell’occasione l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo in videoconferenza, volle salutare cordialmente l’amico Monti. Un gesto che indirettamente era proprio la strizzatina d’occhio agli ospiti internazionali che caldeggiava l’investitura di Monti.

Il 20 ottobre sarà proprio Angela Merkel a telefonare al Quirinale, e quindi a telefonare al Presidente della Repubblica italiano, per assicurarsi che tutto vada secondo i piani. Addirittura ricorderete la frase quando la Merkel disse: “Presidente, lei devi fare tutto ciò di cui ha potere per promuovere riforme più aggressive“. Un modo come un altro per favorire il cambio di governo.
A novembre, sempre del 2011, si svolge a Saint Moritz, invece, l’annuale meeting del Club Bilderberg, dove Mario Monti viene invitato nel Committee di quel gruppo, quindi nel direttivo insieme al Presidente della Banca Centrale Europea Trichet, insieme al presidente della Goldman Sachs e insieme al presidente della Deutsche Bank. Quelle tre banche che a partire proprio da novembre 2011 cominceranno degli attacchi speculativi contro il nostro Paese.

La Goldman Sachs addirittura ha venduto l’88% dei titoli di Stato in portafoglio. Stessa cosa ha fatto la Deutsche Bank.
Questo causò l’impennata dello spread. Quella impennata dello spread favorì poi l’arrivo di Monti.
Ma non furono soltanto attacchi speculativi quelli che subì Berlusconi: ci furono anche degli attacchi provenienti dal nostro paese, tanto dai mercati quanto dalla magistratura, per mettere Berlusconi sempre più con le spalle al muro.
Ripeto, con la complicità dei politici italiani e del Presidente della Repubblica.

Infatti, il 9 luglio la Corte di Appello di Milano sentenzia che la Fininvest deve pagare 560 milioni di euro alla CIR di Carlo De Benedetti.
A novembre 2011, quindi poco dopo, il titolo Mediaset crolla del 12%. Quindi attacco da parte dei mercati, attacco da parte della magistratura, attacchi finanziari. Silvio Berlusconi si rende conto che non ha altra scelta: deve dimettersi, cosa che non aveva mai dichiarato di voler fare. Come si dimette Silvio Berlusconi? Come cade il suo governo? Come veniamo commissariati come Paese dalla finanza internazionale?

Ecco che il 22 dicembre del 2011, Mario Draghi mette in essere quelle misure, quei programmi di rifinanziamento della Banca Centrale Europea che fanno tornare lo spread sotto i limiti di guardia.
Mario Draghi fu proprio uno dei principali carnefici di Silvio Berlusconi nel 2011.
Ed è uno di quelli che adesso lo sta elogiando e ne sta decantando le doti. Ma non solo Draghi.
Tanti in quel periodo furono complici di quegli attacchi alla sua persona, alle sue aziende, al suo governo e indirettamente a noi italiani. Facciamo cadere le maschere.

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