La tassa sugli extraprofitti voluta da Draghi è un flop: allo Stato mancano 8 miliardi

La tassa sugli extraprofitti delle imprese energetiche introdotta nel 2022 dal governo Draghi è stata un flop e ora tocca al governo Meloni farne i conti. Per le casse pubbliche non stiamo parlando di un problema da poco, in quanto degli 11 miliardi circa di gettito atteso, anche quelli garantiti dai super prezzi dell’energia, perché sapete che abbiamo avuto un aumento dei costi energetici impressionante, nelle casse pubbliche ne sono entrati 2,8. Ad oggi mancano quindi circa 8 miliardi e i conti non tornano affatto. L’importo era originariamente destinato alla copertura dei vari interventi di riduzione di bollette e accise, evitando uno scostamento di bilancio derivante dal cosiddetto caro energia, tanto che il prelievo era stato aumentato dal 10 al 25% per garantire anche i circa 6 miliardi per il bonus sociale da 200€ che sarebbe stato destinato a lavoratori e pensionati sotto i 35.000€ di reddito. Bisogna poi dire che molte tra le società costrette a versare hanno avviato una battaglia legale che punta a dimostrare addirittura l’incostituzionalità presunta di tale misura.

L’uomo che doveva salvare l’Italia, l’onorevole professor Mario Draghi, beh perfino secondo autorevoli giornali economici non sembrerebbe essere stato in grado di fare bene i compiti da premier. Ora dico queste cose senza alcuna polemica ma semplicemente per dire che non esistono i salvatori della patria. Ne abbiamo sentiti tanti durante gli anni, abbiamo visto titoli a nove colonne, abbiamo visto il venga presto Monti poi abbiamo sentito il venga presto Draghi eccetera eccetera. Tutti i salvatori della patria poi lasciano i conti pubblici come erano e come sarebbero stati più o meno né più né meno senza il loro intervento. La mia opinione è che sia un problema strutturale ciò significa che bisogna cambiare radicalmente il modello economico nel quale viviamo. Se noi continuiamo a vivere con gli stessi modelli di prima, a fare le stesse cose di prima e avere le stesse regole di prima. Mi riferisco in particolare a quelle comunitarie. Beh, possiamo anche cambiare le persone, votare chi vogliamo, ma le cose rimarranno sempre le stesse.