La città più eclettica d’Italia esplode oggi in festa, una festa che non finisce mai. Un cammino, anzi una corsa trionfale verso il terzo scudetto. Un’attesa durata 33 lunghi anni, da quella fantastica stagione che ha visto La Mano de Dios Maradona portare i partenopei sul tetto d’Italia. Questo Napoli è molto diverso da quello dell’89. Questo successo non è frutto delle giocate di qualche singolo, ma del contributo di ogni giocatore, di ogni uomo. Parti integranti di un sistema complesso che fin da subito ha sbaragliato la concorrenza.
Ma forse l’artefice più inaspettato è proprio il suo direttore d’orchestra, mister Spalletti. In pochi immaginavano un successo simile a inizio stagione, ma quello che è riuscito a fare il tecnico toscano ha dell’incredibile.

Il gioco del Napoli quest’anno è stato travolgente, impetuoso e divertente. I suoi avversari sono stati annichiliti dalla tecnica, dalla velocità e dall’intensità messe in campo. Il 4 a 1 contro il Liverpool, il 6 a 1 rifilato all’Ajax o il 5 a 1 con la Juventus sono solo alcuni dei risultati che testimoniano che cosa è stato questo Napoli. La prima sconfitta arriva solo il 4 gennaio a San Siro contro l’Inter, fino a quel momento la truppa di Spalletti aveva fatto portato a casa un bottino quasi pieno con 13 vittorie e 2 pareggi in 15 partite. A campionato ancora in corso, il Napoli vince aritmeticamente oggi con 80 punti, 25 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte. Unica debacle è forse quella gara persa con il Milan per 4 a 0 il 2 aprile. Ma sono ancora 5 le giornate che restano per decretare la fine della stagione, quindi non serve dire altro, il cielo è sempre più blu.

Andrea Mascellani