Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini sono tornati, temporaneamente, per dibattere sulla finale di Europa League a Budapest. Principi filosofici differenti, ma la stessa tensione in entrambi, in vista del confronto del 31 maggio sul terreno della Puskás Arena. 


M: – L’uomo è per sua natura avido, egoista; Mourinho non fa eccezione, anzi… è dunque occupato soltanto a distruggere il gioco altrui pur di portare a casa la vittoria, in un modo o nell’altro -.

G: – Oh bella questa! Ma non l’hai detto tu che il fine giustifica i mezzi? Non sei stato tu, in un certo senso, il primo “catenacciaro” della storia? –

M: – Innanzitutto piano con i termini… catenacciaro sarai tu, che dici che la fortuna conta più di ogni altro aspetto! Comunque non ho detto che è “catenacciaro”, ho detto che inibisce la manovra avversaria per poi cercare l’episodio decisivo a suo favore. –

G: – Ahhh, quindi mi dai ragione! Stai dicendo che persegue il suo vantaggio, che cura il suo “particulare”, come dico io! Meglio tardi che mai -.

M: – Apparentemente! È la virtù che serve all’uomo per dominare la fortuna, o la sfortuna se preferisci. È così che si spiega l’utilità del Gallo Belotti, come nel primo tempo a Leverkusen, nonostante abbia segnato così poco -.

G: – Ma l’uomo non può essere così cinico, non può badare soltanto alla qualificazione e poi a vincere la finale in ogni modo possibile. –

M: – E invece sì! Bisogna fare tesoro degli atteggiamenti che hanno funzionato con alcuni avversari e poi adattarli alle partite che verranno! –

G: – Ma Realtà e Storia non sono utili per comprendere e controllare gli eventi, non l’hai capito ancora? – 

M: – E invece sì, zuccone! Gli eventi seguono precise logiche, quindi è utile conoscere cosa è accaduto in passato per evitarlo nel futuro o per trovare soluzioni. Per esempio, dopo aver eliminato il Salisburgo, una certa mentalità è servita pure contro la Real Sociedad e poi ne abbiamo fatto tesoro anche contro il Feyenoord! –

G: – Ma le condizioni, come dici tu, variano di volta in volta a seconda delle contingenze -.

M: – Appunto, infatti se non puoi contare su Dybala magari ti qualifichi grazie a un gol di Bove, che è stato inserito al momento giusto. A volte ti serve la volpe, a volte il leone, pure questa l’ho detta io! –

G: – Ancora co’ ‘sta storia! –

M: – Ecco, bravo! La Storia, con la maiuscola. L’ho sempre sostenuto che il meglio dell’Antica Roma andrebbe imitato anche nel presente! –

G: – Ma intendi quella di Liedholm o quella di Capello? – 

M: – Entrambe, perché da tutte e due ci sarebbe da imparare! Che poi è il motivo per il quale Mou continua a chiedere giocatori che possano migliorare l’organico! – 

G: – Allora vuoi l’uomo forte al comando! Ma non eri tu quello che diceva che la miglior forma di organizzazione statale è la Repubblica? –

M: – La Repubblica sono i tifosi, la comunità dell’Olimpico sempre pieno; ma il loro entusiasmo dipende da come il Principe governa i loro destini! Oh, c’ho scritto pure un trattato! –

G: – Ma il Principe non era Giannini? –

M: – Pure, ma ora intendevo Mourinho, condottiero unico ma che regna con equilibrio, dispensando gioie a tutto il popolo. – 

G: – Ammazza che paraculo che sei! –

M: – Perché, te no?! –

G: – Annamo a Budapest? –

M: – Annamo a Budapest .

Paolo Marcacci