“Sono le sanzioni più dure mai comminate e in qualche giorno porteranno al collasso l’economia russa“.
Così profetizzava l’allora segretario del Partito Democratico, Enrico Letta. Eppure, a distanza di circa un anno, i risultati delle sanzioni non hanno dato soddisfazione ai più. La Russia, come prevede il Fondo Monetario Internazionale, otterrà non una decrescita del PIL, bensì un +0,7% nell’anno corrente, e un +1,3% nel 2024. Insomma, numeri molto diversi rispetto a quei -2,1% o addirittura ai previsti -10%.
Prevedeva un “impatto devastante sull’economia russa” il commissario UE all’Economia Gentiloni.
Eppure la Russia ha registrato alla fine del 2022 il surplus più alto di sempre, come riporta Il Fatto Quotidiano: 316 miliardi di dollari.
La Russia quindi sviluppa come l’UE e più dell’Italia.
Intanto, per tornare invece alle questioni belliche, è da sottolineare il fatto che il presidente cinese Xi Jinping ha fatto una telefonata all’omologo ucraino Zelensky, rispettando così la promessa di disponibilità fatta direttamente a Macron e von der Leyen, in occasione della visita in Cina. “Ho avuto una lunga e significativa telefonata con il Presidente della Cina“, scrive Zelensky su Twitter.
E quello che Xi avrebbe detto a Zelensky è: “Il dialogo e i negoziati di pace sono la sola via d’uscita” – lo riporta l’emittente statale cinese Cctv. “Obiettivo fondamentale è promuovere colloqui per la pace“, avrebbe detto Xi Jinping.
Notizia importante quella della chiamata tra i due. Notizia che già precedentemente ci era stata anticipata, in un’intervista, dall’ex Sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico italiano durante il Governo Conte I, l’economista Michele Geraci.
“La Cina sta cercando di mediare – ci racconta durante l’intervista Geraci – Pochi minuti fa Xi Jinping ha parlato con Zelensky, quindi finalmente c’è stata questa telefonata.
Non solo quindi c’è stata la visita di Xi Jinping a Mosca, ma anche un contatto importante direttamente tra Xi e Zelensky. Proprio adesso.
Il presidente cinese ha ribadito il concetto di ‘integrità territoriale‘ come uno dei primi tre punti cardine della proposta di pace della Cina“ – quella che il segretario NATO Stoltenberg aveva prontamente rifiutato dicendo: “Pechino non è credibile, non ha mai condannato l’invasione“.
“Quindi credo abbia, come dire, fatto un po’ da mediatore con delle frasi che magari possono sembrare generiche.
Queste frasi sono il principio su cui si debbono basare le possibili negoziazioni e mediazioni per arrivare ad una pace.
La Cina vuole che la guerra ovviamente finisca. Perché l’instabilità geopolitica in Europa crea dei problemi alla Cina.
La Cina è molto pragmatica. Vuole che si parli di commercio.
Ha la necessità di far salire il reddito pro capite dei propri cittadini.
Commercia sia con la Russia che con l’Ucraina, da cui importa grano e ferro.
Quindi la Cina è comunque alleata della Russia, assieme agli altri paesi BRICS, che pian piano si stanno espandendo con l’ingresso possibile di Arabia Saudita, Iran, Turchia, Argentina e forse anche Indonesia.
Diciamo che quindi ‘il sud del mondo’ continua comunque a fare business“.
Ascolta l’intervista integrale a “Lavori in Corso”