In arrivo la riforma del fisco: si ruba ai poveri per dare ai ricchi

Oggi parleremo di tasse. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega afferente alla riforma del fisco, che prevede un intervento di riduzione e di razionalizzazione di tutti i tributi, a partire dall’Irpef, che scenderà da 4 a 3 aliquote, mentre la riduzione del prelievo fiscale sarà accompagnata da un taglio delle spese fiscali, fino all’ampliamento della no tax area dipendenti, che sarà allineata a quella degli 8.500€ dei pensionati. L’obiettivo del governo è quello di trasformare l’attuale regime di tassazione e introdurre la flat tax per tutti entro il termine della legislatura. La riforma prevede anche una riduzione dell’Ires per le imprese che investono in beni innovativi o in occupazione, con l’obiettivo di allineare il nuovo regime duale dell’imposta sul reddito d’impresa a quello della Global minimum tax, che dal 1º gennaio 2024 dovrebbe entrare in vigore per tutte le multinazionali con un prelievo del 15%. A me fa molto sorridere perché è un regalo alle multinazionali. Oltre alla revisione dei panieri e aliquote, si aggiunge anche una semplificazione delle procedure di rimborso per imprese e cittadini, così come una modifica alla disciplina dell’esenzione IVA. Tuttavia è opportuno fare una riflessione sul concetto di riforma, che non deve soltanto limare le aliquote di imposte e sui redditi, bensì dovrebbe dare forma cercando di risolvere la perdita di gettito dello Stato anche alla competitività dell’economia, così da superare anche quelli che sono i limiti territoriali delle imposte vigenti.

Ecco, io penso che dovremmo cercare sempre di più di andare nella direzione del sostegno delle piccole e medie imprese italiane. Io ve lo dico da anni il nostro sistema è un sistema che è fatto di piccole, medie e soprattutto microimprese. E chi vi parla non è un teorico, chi vi parla fa consulenza. Strategia per le imprese significa considerare il quadro competitivo, il quadro globale, il quadro innovativo, il quadro fiscale. L’Italia è ancora un posto competitivo dal punto di vista della possibilità di fare impresa? Molti ne dubitano. Allora è importante che i governi capiscano che noi abbiamo piccole e medie e microimprese. Io sto parlando di aziende che producono marmitte. Sto parlando di aziende che fanno ristorazione. Sto parlando di aziende che producono generi alimentari. Aziende normali. Sono queste che vanno tutelate.

Malvezzi Quotidiani. L’economia umanistica spiegata bene.