Non è il caso di Turchia e Siria, e nessuno deve speculare sulle tragedie. Ma esistono i terremoti indotti? Nel 1996 ne parlò anche Nature.

Premessa: nessuno intende speculare sul devastante terremoto che ha colpito le zone al confine tra la Siria e la Turchia e non è intenzione del sottoscritto collegare quell’evento all’utilizzo di quelle che scopriremo essere le armi tettoniche. Però il fenomeno esiste e la zona dove è avvenuto il terremoto spinge a fare qualche riflessione. Io stesso il 4 febbraio scorso pubblicavo sul mio canale Telegram le parole del ministro dell’Interno turco che esortava l’ambasciatore americano ad Ankara a tirare giù le mani dalla Turchia, accusando gli Stati Uniti di voler fomentare disordine nel Paese e sottolineando che la Turchia non è un paese in cui gli Stati Uniti possono organizzare una rivoluzione, in quanto la Turchia è un paese sovrano. Queste le parole del ministro dell’Interno turco.

Poi, due giorni dopo, la terra ha tremato come mai prima e quel disordine nel paese è divenuto inevitabile. Che lo abbiano indotto gli apparati militari nemici della Turchia e della Siria? Il sottoscritto una ipotesi del genere non vuole neanche prenderla in considerazione e non vuole indurre a farlo. Però quando vedo certi colleghi o certi politici sorridere sarcasticamente di fronte a chi non esclude categoricamente questa ipotesi e negare ogni dibattito, mi rendo conto allora dell’importanza di ricordare certi apparati militari, che probabilmente lo ripeto, non hanno scatenato in questa occasione il terremoto al confine tra Siria e Turchia.

L’utilizzo delle armi tettoniche è un’opzione alla quale lavoravano da tempo. Quindi: cominciamo a chiarire che le armi tettoniche sono quelle armi capaci di innescare proprio terremoti e questa è l’ossessione di molti apparati militari, a partire da quelli dell’ex Unione Sovietica e poi quelli degli Stati Uniti. Pensate che un articolo apparso su Nature il 10 ottobre 1996 era intitolato “Documenti russi illustrano le ricerche sulle armi tettoniche“. Ne ha parlato anche il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, William Cohen, il 28 aprile del 1997, quindi immaginate quanti anni sono passati. Era l’occasione della conferenza sul terrorismo e sulle armi di distruzioni di massa ed ha detto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti che alcuni terroristi e non solo, erano impegnati in un ecotipo di terrorismo in cui possono alterare il clima e scatenare terremoti. Queste sono state le parole dell’allora Segretario della Difesa, e siamo nel 97. Qualche anno prima, più precisamente nel 1978, era già stata firmata una convenzione internazionale che vietava l’uso di tecniche di modificazione ambientali per causare terremoti. Quindi l’ipotesi che ciò possa accadere è tutt’altro che fantasiosa. Ovviamente in più occasioni ci sono state accuse di essere andati oltre questa convenzione, quindi di non aver mantenuto fede alle promesse fatte. Molti ricorderanno quando addirittura il presidente venezuelano in carica, Hugo Chavez, accusò gli Stati Uniti di aver utilizzato un’arma tettonica in fase di sperimentazione e causando il terremoto di Haiti che, secondo il presidente venezuelano, era associato al progetto chiamato HAARP, in mano agli statunitensi. Ed in effetti potete documentarvi tutti: il progetto HAARP esiste ed è uno studio iniziato dagli apparati statunitensi militari in Alaska, diretto, così dicono, ufficialmente alla riconfigurazione delle proprietà della ionosfera terrestre per migliorare le comunicazioni satellitari. Eppure si tratta però di un progetto semi-segreto che riceve finanziamenti dalla US Air Force, dalla US Navy e dal DARPA. Voglio concludere dicendo che una cosa è certa: gli apparati americani, e non solo alle armi tettoniche, ci stavano lavorando da sempre. Quindi questo è il primo punto fermo.

Il secondo punto fermo è che oggi, a causa del conflitto in Ucraina, il mondo è sull’orlo di una guerra mondiale a bassa intensità. Altro punto fermo è il fatto che la Siria sia un nemico giurato degli Stati Uniti e che la Turchia ultimamente si stava comportando in maniera troppo disobbediente, prima con la richiesta di adesione BRICS, poi con un possibile allontanamento dalla NATO, alla cui adesione di Svezia e Finlandia ha messo il veto, poi con i rapporti definiti ambigui con Putin dagli occidentali. Quindi se qualcuno in questo specifico scenario ipotizza un collegamento tra tutto questo che ci siamo detti, ossia tra i punti fermi che ho elencato ed il devastante terremoto che c’è stato al confine tra Siria e Turchia, sta con ogni probabilità prendendo in considerazione una eventualità molto remota, ripeto, molto, molto remota. Però, senza voler alimentare una speculazione su quanto accaduto, nessuno, e ripeto, nessuno, può storcere il naso o sorridere sarcasticamente, come se si stesse parlando di qualcosa che non abbia alcuna attinenza con la realtà se qualcuno prova invece a trovare un collegamento.

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