L’inflazione in Italia a dicembre ha rallentato, ma molto meno che negli altri principali paesi europei. E questo complica il sentiero della politica economica, sempre più stretto per il governo, fra le esigenze contrapposte di non fare mancare il sostegno alle famiglie e alle imprese e, dall’altra parte, di non deviare dalla prospettiva di contenimento di un deficit oggi molto più caro rispetto agli ultimi anni. Nelle stime preliminari diffuse negli ultimi giorni dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi è cresciuto nell’ultimo mese, cioè nel dicembre 2022 dello 0,3%, attestando la crescita all’11,6%. A novembre quest’ultimo dato era dell’11,8.

Un altro problema strutturale, confermato dai numeri Istat è il cosiddetto effetto trascinamento su quest’anno, dato dalla dall’inflazione già acquisita, ossia quella che si registrerebbe alla fine del 2023, anche se per magia i prezzi si cancellassero a partire da gennaio sarebbe del 5,1%, cioè 2,8 volte in più del valore del 2022 e ereditato da fiammate iniziate nella seconda metà dell’anno precedente. Purtroppo in economia le magie non esistono e i prezzi non sono destinati ovviamente a fermarsi in fretta. A gennaio, per esempio, stiamo registrando l’impatto del ritorno pieno delle accise sui carburanti, quindi questa è un’altra benzina sul motore dell’inflazione.

Queste informazioni, che sono tratte dal Sole 24 Ore, ci danno l’idea della dimensione che stiamo vivendo. Proprio questa mattina io stavo parlando con un opinionista de “La Verità” e stavamo osservando in modo folle le dichiarazioni di fonte BCE, Banca centrale europea. Ci sono delle dichiarazioni che dicono che tutto sommato va bene che ci sia l’inflazione alta perché così evitiamo dei danni all’ambiente. Ora io come ho detto tante volte vengo da tradizioni agricole contadine quindi conosco l’ambiente, so cos’era la cura dei fossi fatte dai contadini delle mie parti.

Ma sinceramente, signori, è duro da accettare che ci siano delle persone che dicono che l’inflazione fa bene in una situazione in cui non ci sono posti di lavoro. Cioè quando l’inflazione è legata all’aumento dei salari possiamo discutere, ma quando la gente non ha da arrivare alla fine del mese mi sembra che stiamo veramente parlando di gente che vive sulla luna. Buona economia umanistica.

Malvezzi quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene