E’ in modo davvero mesto che si apre questo nuovo anno con la scomparsa di un gigante teologico-filosofico come Joseph Ratzinger alias Papa Benedetto XVI. Un gigante filosofico teologico dico dacché egli è stato un riferimento fondamentale non solo per gli uomini di fede della cristianità ma anche per gli uomini di ragione. Dacché Joseph Ratzinger ha rappresentato il baluardo estremo, il fortilizio fondamentale di resistenza di fede e ragione insieme contro l’avanzata del nulla, della dittatura del relativismo e della civiltà, della tecnica e dei mercati. E poiché noi siamo uomini di ragione più che di fede, vogliamo pregare per lui come si conviene ai filosofi, pensando, diceva Martin Heidegger. E noi proveremo ancora una volta a pregare, ragionando e rievocando l’importanza di Joseph Ratzinger, soprattutto in relazione al discorso di Ratisbona del 2006. Quello che mai i poteri del globalismo turbo capitalistico gli perdonarono. Un discorso fondamentale che ancora oggi merita di essere letto e meditato. Un discorso nel cui cuore palpitante troviamo l’Occidente e i suoi valori dimenticati. In primis l’idea di una ragione alla ricerca della fede e di una fede alla ricerca della ragione. Il vecchio programma di Anselmo di Aosta si dirà, ravvivato però da Ratzinger nel tempo della notte del mondo e dell’evaporazione del cristianesimo. Quella evaporazione del cristianesimo alla quale Ratzinger provò in maniera teologica e filosofica a resistere in ogni modo, richiamandosi alla grandezza di giganti come Tommaso d’Aquino e Aristotele, Platone e Agostino. Rileggendo il discorso di Ratisbona emerge limpidamente l’esigenza, propugnata da Ratzinger, di una ragione illuminata dalla fede e di una fede sostenuta dalla ragione. Ratzinger si schiera duramente contro l’idea di una fede senza ragione, di una fede magari in grado di imporsi con la violenza, con un chiaro riferimento al terrorismo e al fanatismo. La vera fede non si impone con la violenza in maniera dura, ma si impone con la docile forza della ragione, provando a conquistare mediante il logos. La vera fede, dice Ratzinger procede sempre con la ragione, con il logos, creando una sorta di alleanza indissolubile tra logos e pistis, tra ragione e fede.

Ma poi Ratzinger colpisce duramente nel discorso di Ratisbona non solo una fede violenta senza ragione, ma anche la violenza di una ragione senza fede, qual è quella della tecnoscienza, che a partire dal progetto di un illuminismo che produce una sua dialettica perniciosa e passa per il positivismo, culmina oggi nel tecno scientismo esasperato, nuova religione del tempo senza spirito contemporaneo. In effetti, la tecno scienza è una religione atea, laicista, materialista, che disconosce l’importanza del sacro perché sacralizza la scienza stessa trasformata in superstizione scientifica. Il sapere di una ragione fredda, arida, sganciata dalla fede e dal valore dell’uomo come imago Dei. Ecco perché Ratzinger sosteneva l’idea di una ragione accompagnata dalla fede, una ragione sempre rispettosa del valore dell’uomo e del giusto limite. A distanza di sicurezza, dunque, dal mito faustiano dell’onnipotenza, che produce solo miseria e nuova barbarie sotto i gelidi raggi di una ragione strumentale. Ecco ancora perché Ratzinger si pone come un baluardo di resistenza rispetto all’odierno delirio tecno scientifico contemporaneo, quello che chiama progresso l’evoluzione dalla fionda alla bomba atomica, quello che in nome del progresso mortifica la dignità umana. Ratzinger ha insegnato l’importanza del nesso tra fede e ragione e quindi ci ha mostrato una volta di più i pericoli e le insidie di una ragione sganciata dalla fede e dal riconoscimento dei propri limiti, secondo quella che già Hegel, nella Fenomenologia dello Spirito, individuava come la perniciosa dinamica di un illuminismo che respinge la fede, assolutizza la ragione e per ciò stesso si capovolge in fede dogmatica e terroristica. La virtù illuministica che si rovescia dialetticamente in terrore, quella per cui alla fine tagliare una testa d’uomo e tagliare una testa di cavolo è la stessa cosa. Ecco perché dobbiamo ripartire dal discorso di Ratisbona. Ecco perché dobbiamo ripartire da Joseph Ratzinger, teorico dell’Unione saldissima di fede e ragione contro la barbarie tecno nichilistica atea e della distruzione della ragione contemporanee.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro