Per la prima volta, dopo 9 anni nel 2023 in Europa, è in arrivo una frenata del credito bancario al settore privato. E’ stimato un calo dell’ 1,8% in Italia. A questa contrazione, contribuiranno seppure in proporzione diverse tutti i segmenti del credito. I prestiti ipotecari dovrebbero diminuire dello 0,3% segnando il primo calo dal 2014, in gran parte a causa della riduzione dei redditi reali delle famiglie e dell’inasprimento della politica monetaria, da parte della banca centrale europea. Il credito al consumo dovrebbe diminuire del 1,5%, mentre il credito all’imprese è atteso in contrazione dell’1,8 %.

L’aumento dell’inflazione dei tassi d’interesse e del prezzo dell’energia, oltre alle difficoltà di gestione delle Supply chain e delle filiere di approvvigionamento, imprimeranno ulteriore pressione sulle economie, sulle imprese, sugli istituti di credito che si troveranno un aumento di credito deteriorato nel breve termine. Ciò rende ancora più importante per le banche per le istituzioni, fare sistema per affrontare un primo semestre del 2023 che sarà complicato. Quello che però viene omesso dalle istituzioni è che a rimanere indenne saranno le aziende più lungimiranti, non considerando i danni che subiranno le microimprese che rappresentano l’arsenale produttivo di questo paese. Si sta preparando una tempesta sulle piccole e medie imprese che avranno bisogno di fare dei piani strategici aziendali cosa che fanno le grandi imprese e di cui prima o poi le banche chiederanno conto a tutto il sistema imprenditoriale italiano.

Malvezzi Quotidiani – Comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi