Il professore Mario Draghi, acclamato come il salvatore dell’Italia al termine del suo mandato, lascia il Paese in recessione. Se alla fine del 2021 si era concluso con una crescita del Pil superiore alle attese, con il settore edilizio che faceva traino grazie ai bonus edilizi, Draghi poi la frenata, quella crescita limitando la circolazione lo voglio ricordare dei crediti d’imposta, mettendo in ginocchio un settore che al contempo si era organizzato e aveva pianificato anni di lavoro. Questo è un errore gravissimo da parte di un politico nella gestione della crisi energetica ci si aspettava di beneficiare dell’autorevolezza internazionale del carisma del più grande e più noto commercialista e banchiere italiano. Draghi era certo di una proposta della Commissione per un tetto europeo al prezzo del gas entro maggio e nell’ultimo incontro dei capi di governo non c’è stato alcun avanzamento di quella proposta. Rispetto a sette mesi fa. Nel frattempo abbiamo dovuto riempire gli stoccaggi di gas a prezzi astronomici, mettendo in ginocchio tutto il nostro tessuto industriale e la nostra manifattura. La vana attesa di un sostegno europeo ha indotto Draghi ad adottare una politica di una politica di bilancio sempre più prudente, mentre altri Stati hanno dimostrato ben altre potenze di bilancio alzando la spesa. Ecco, io racconto queste cose perché tutte le volte che io tocco gli intoccabili ci sono subito le levate di scudi.

Come lei osa discutere il professor Mario Draghi. L’onorevole Mario Draghi è un uomo come tutti gli altri. E dal mio punto di vista afferma una cosa vera. Sarà anche il più grande economista italiano, ma il Paese che lui lascia è in recessione. Allora io sono stato abituato a valutare sulla base dei risultati, non sulla base della storia o sulla base dei si dice. Anche perché qui ci sono delle leggende. Ah, ma se non ci fosse stato Draghi sarebbe andato molto peggio. Ecco con questo modo di ragionare noi siamo vent’anni che andiamo sempre peggio. Perché quando io dico l’euro è stato una sciagura per l’Italia. Ah, se non ci fosse stata l’euro ci sarebbero state le cavallette d’Egitto. Capite? Non si può ragionare con i fanatici, cioè con quelli che non usano il metodo scientifico, il metodo razionale. Io sono anni che dico bisogna espandere la spesa pubblica, creare posti di lavoro, fare le politiche per le imprese che assumono disinvestimenti, fare politica fiscale e fare le politiche economiche. E soprattutto scardinare la politica monetaria che abbiamo e quindi andare a ridiscutere pesantemente la natura dei trattati, per esempio la cosiddetta indipendenza della Banca centrale, quella quella stessa banca centrale nella quale Draghi, come dire, ha assunto il suo carisma di natura internazionale.

Malvezzi quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi