Michetti demolisce la direttiva Gualtieri ▷ “Residenza agli occupanti? La povertà non autorizza l’azione criminale”

La povertà non legittima la delinquenza“. Con queste parole Enrico Michetti commenta la direttiva del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che nelle ultime ore sta molto facendo discutere. Parliamo dell’atto licenziato dal primo cittadino pochi giorni fa secondo cui da questo momento gli uffici dell’anagrafe di qualsiasi municipio di Roma potranno accogliere le domande di residenza da parte di chi vive in particolari condizioni.
Gli aventi diritto sono poveri, indigenti o famiglie con condizioni particolari di diverso tipo: disabili, ultrasessantacinquenni; nuclei con un reddito inferiore al limite minimo stabilito da legge regionale – attualmente intorno ai 21mila euro – richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale; nuclei a rischio igienico-sanitario dovuto all’assenza di allacciamenti ai pubblici servizi essenziali.
Per tutte queste categorie sarà dunque possibile iscrivere la residenza nella loro dimora abituale anche se si trattasse di un alloggio Erp occupato senza titolo di proprietà pubblica o privata.

I punti critici ci sono eccome, perché come è vero che chiunque non rispecchiasse quei requisiti continuerà a non poter occupare (ma vediamo abitualmente quanto sia facile farlo), si incentiva di fatto a farlo: che si tratti di persone povere non cambia il pericolo incombente per chi quelle case le ha comprate coi risparmi di una vita.
La povertà, dico a Gualtieri, non dà diritto all’azione criminale“, ribatte il Prof. Michetti, “la nostra Costituzione dice che noi dobbiamo promuovere le condizioni perché l’uomo si possa emancipare, possa trovare soddisfazione di partecipare all’attività economica, politica, sociale del Paese. Noi viviamo in uno Stato di diritto: se si valica il diritto non si tiene più in piedi una società“.