I pedagoghi del nuovo ordine terapeuticamente corretto non hanno pace e non si placano dunque nella loro zelante opera di ortopedizzazione delle coscienze acciocché esse si adeguino finalmente senza più opporre resistenza a quella nuova normalità che si fonda oltretutto sulle benedizioni di massa con il santissimo siero. E così abbiamo sentito qualche giorno addietro, riportato a mo di citazione, quasi si trattasse di Aristotele o di Platone, il medico genovese Bassetti, il quale diceva che di fatto bisogna credere nella scienza, espressione intimamente ossimorica sulla quale già abbiamo insistito. E adesso è la volta della signora Lilli Gruber, che viene citata anche lei come se fosse Aristotele o Platone. Sul Corriere della Sera, infatti, riportano questa citazione virgolettata di Lilli Gruber e presentata autorevolmente come se fosse una di quelle citazioni destinate a rimanere scolpite nell’immaginario dell’Occidente. Queste le parole della signora Gruber, vestale del pensiero unico politicamente corretto: “Reintegrare i medici No-Vax non è solo uno smacco al senso civico e alla logica, ma anche una preoccupazione per i cittadini. Perché chi ha seguito le norme dovrebbe farsi curare da un dottore no vax?” Questa è la domanda volutamente iperbolica posta da Lilli Gruber. Ebbene, di queste parole colpiscono diversi aspetti. Anzitutto direi l‘inopportuno, non saprei definirlo altrimenti, riferimento alla logica: se chi è benedetto col Santissimo siero può contagiare come chi non lo è, perché mai, di grazia, sarebbe logico continuare a isolare i non benedetti e a escludere i medici non benedetti dalla loro attività? Tanto più se si considera che i medici sono una categoria di cui vi è penuria generale in Italia.

In sostanza, abbiamo bisogno di più medici e non di meno medici, ed escludere quelli non benedetti, oltre a non avere alcuna incidenza sul piano del contenimento dei contagi, rischia paradossalmente di produrre effetti negativi proprio sul versante della difesa della salute. Insomma, la logica, possiamo ben dirlo, sembra procedere in direzione ostinatamente contraria rispetto alle riflessioni un poco claudicanti della signora Gruber. Colpisce poi, e non secondariamente, la palese volontà persecutoria e punitiva a nocumento di cittadini che hanno esercitato la libertà di scelta sul proprio corpo, come peraltro dovrebbe essere riconosciuto in uno Stato civile democratico. Con tutta evidenza, per chi sappia andare al di là del “velame delli versi strani“, il riferimento alla scienza appare inopportuno non meno di quello alla logica in questo caso. Un medico può essere valido o non valido del tutto a prescindere dal fatto che si sia fatto benedire oppure no con il santissimo siero. Insomma, come al solito si usa una impalcatura argomentativa apparentemente scientifica per poter in tal guisa giustificare forme di aperta discriminazione e di conclamata punizione verso cittadini considerati alla stregua di eretici, oltre che peccatori, in fondo, del peccato più inaccettabile e più inespugnabile per la civiltà della tecnica: l’aver pensato e agito con la propria testa. Perché nulla appare più imperdonabile rispetto a questo nella civiltà tecnomorfa. Continuare a esercitare il pensiero critico, ad agire secondo coscienza, senza piegarsi a quel pensiero unico che si è già da tempo dotato anche della sua variante terapeuticamente corretta.