Viviamo già da tempo in quello che definisco: il nuovo ordine erotico. Una variante, un completamento, del nuovo ordine mondiale turbocapitalistico.

Il nuovo ordine erotico prevede l’individualizzazione, la dissoluzione dell’amore, l’imposizione del godimento come unico punto di riferimento delle nuove pratiche che vengono dette impropriamente d’amore.

Come il neoliberismo produce atomi concorrenziali che mirano semplicemente alla crescita del valore infinito e all’utilizzo dell’altro come semplice medium per la valorizzazione dell’amore, così sul piano dell’erotica il neoliberismo produce il neo-libertinismo, quella figura oggi imperante del nuovo ordine erotico in cui l’individuo e soltanto esso figura come il baricentro di ogni relazione utilizzando l’altro come semplice strumento del proprio godimento, chiamando amore quello che in realtà è un pansessualismo deregolamentato che ben rispecchia l’andamento dei mercati e della loro deregulation.

È forse anche in questa luce che si possono leggere episodi di normale post-modernità del nuovo ordine erotico, come quello raccontato da Open, il rotocalco turbo mondialista di Mentana, qualche giorno addietro. Così leggo nel titolo: “Una li concepisce e l’altra li partorisce, ma per la legge italiana c’è una sola madre: la battaglia di due donne per i loro gemelli”. Una situazione davvero surreale quella che si è prodotta, intanto perché possiamo dire che con le nuove pratiche della maternità surrogata e altre simili, anch’esse proprie del nuovo ordine erotico, viene meno anche il principio saldo della giurisprudenza romana “mater semper certa est”. Nemmeno più la madre è sempre certa, a quanto pare.

In sostanza possiamo dire a sostegno della nostra tesi circa il nuovo ordine erotico, che è subentrata una nuova figura paradossale – tipica dell’epoca dell’egoismo di massa innalzato a unico riferimento di senso di un’epoca che profondamente appare priva di ogni senso – la figura è quella del diritto ad “aver un figlio”.

Se ci pensate si tratta di un’espressione intrinsecamente paradossale dacché avere un figlio non è un diritto dell’individuo, è l’esito di una storia d’amore, di un incontro, di una vicenda personale e interpersonale. La nuova figura in auge in questi ultimi anni dell’”aver un figlio” rivela una volta di più l’essenza del nuovo ordine erotico per consumatori, che tanta libertà hanno quanta possono acquistarne. Sotto questo riguardo si potrebbe interpretare questa vicenda delle due madri che lottano per l’assegnazione di un figlio che ciascuna rivendica come proprio.

Ebbene per comprendere a pieno questa vicenda si potrebbe far riferimento alla celeberrima vicenda di Re Salomone. Nel testo biblico il re è chiamato a dirimere una contesa tra due donne che gli portano un bambino sostenendo ciascuna di essere la vera madre di quel bambino: come fare dunque a stabilire quale delle due sia realmente la madre? Re Salomone adotta una strategia che si rivela infallibile: non potendo stabile quale delle due sia la vera madre, il re propone di tagliare in due il bambino per assegnare metà di esso a ciascuna delle due, in tal modo non potendosi decidere quale sia la reale madre entrambe verranno trattate, per così dire, come se fosse ciascuna la madre. A questo punto la vera madre blocca Re Salomone, gli impedisce di tagliare il bambino e dice “dallo pure all’altra”.

In ciò emerge quello che possiamo definire come il vero amore. Il vero amore non è l’egoistica ricerca della propria soddisfazione individuale costi quel che costi, il vero amore è anzi il rovesciamento di ogni egoismo dacché fa valere quella che Agostino d’Ippona compendiava nell’espressione “volo ut sis” (voglio che tu sia): vero amore è il desiderio della realizzazione dell’altro della sua pienezza d’essere e dunque non può coincidere con un desiderio individuale ed egoistico.

Ecco perché la nostra epoca usa impropriamente molto spesso la parola amore, semplicemente per nascondere il proprio cinico egoismo, il proprio desiderio illimitato fatto su misura per la volontà di potenza propria della civiltà dei consumi.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro