Vi è una gustosa scenetta della politica italiana che viene molto discussa in questi giorni e che davvero è rivelativa del livello generale presso il quale si trova attualmente la politica italiana. La scenetta è presto descritta, la trovate ben presente su tutti i principali quotidiani italiani (sia cartacei, sia digitali) così ad esempio essa è fornita dal Corriere della Sera in data 14 settembre 2022: Luigi Di Maio in versione Dirty Dancing, i camerieri di una trattoria di Napoli lo fanno volare. Così spiega poi il precisissimo Corriere della Sera: Luigi Di Maio in versione Dirty Dancing a Napoli al termine della passeggiata elettorale nel quartiere di Montesanto, il Ministro degli Esteri si è fermato a pranzo nella storica trattoria Da Nennella, dove è stato protagonista di un inaspettato fuori programma. Dopo i saluti i selfie di rito con i clienti del ristorante con i camerieri – spiega ancora il Corriere della Sera – questi ultimi lo hanno sollevato è fatto ‘volare’, come nella celebre presa del volo dell’angelo fatta dai protagonisti di Dirty Dancing.

Bene, questa è in sostanza la scena che è accompagnata anche da una immagine che dimostra la veridicità delle parole del Corriere della sera e anche ci dà il senso dell’ accaduto.

Ora si possono svolgere alcune considerazioni, anche volutamente ironiche. C’è chi ha detto “Se non altro non ha preso voli di stato e ha fatto un volo più di minor costo”. C’è anche chi ha detto “La foto non mostra che è successo dopo, se realmente l’hanno fatto atterrare nuovamente per terra o se l’hanno lasciato cadere”, commento divertito è un pò caustico. Le nostre considerazioni invece vogliono partire dall’immagine stessa e da una domanda relativa quell’immagine, provate seriamente a pensare a giganti della politica italiana del secondo Novecento, anche distanti simili tra loro. Provate a pensare ad esempio a Moro, ad Andreotti, ad Almirante, a Togliatti. Riuscireste mai a immaginarli in quella scena o in una scena anche vagamente simile? Qualcosa di analogo potremmo domandare intorno a un’altra grande scena che ha segnato il dibattito politico pubblico italiano nei tempi più recenti ed era la scena di Matteo Salvini nudo mentre beveva un mojito al Papeete. Anche in quel caso la domanda apparve doverosa, riusciremo mai ad immaginare un Pertini o un Berlinguer o un Almirante o un Moro in quel contegno? Sicuramente la risposta è negativa e non può essere altrimenti.

Tutto questo ci permette di dire che il livello della politica è notevolmente calato nel nostro paese ma il discorso potrebbe ragionevolmente estendersi all’Europa tutta e forse anche all’intero quadrante occidentale. Il livello della politica è diventato quello della società dello spettacolo, con i candidati che sono di fatto dei venditori di merce. Devono vendere like e presentarsi come attrattivi per un pubblico ridotto al rango di consumatore di politica. Ma poi il livello stesso del dibattito politico è notevolmente basso e non è testimoniato solo dai ragionamenti che possono ampiamente dare materia a sostegno di questa tesi, quelli politici svolti da un Di Maio o Salvini. Nel complesso il livello si è abbassato e questo in parte dipende senz’altro dal fatto che la politica ha perso la sua funzione fondamentale, dacché le decisioni nel tempo della globalizzazione tecnocapitalistica, vengono presi in altre sedi. A essere sovrana non è la politica come luogo di decisione ma i mercati, la finanza, la tecnica. Ma poi anche perché si è generato un abbassamento generale del livello. La civiltà di massa è una civiltà che abbassa continuamente il livello e produce una omologazione consumistica dell’immaginario. Sempre più ci rimpicciolisce l’anima. Diceva Henri Bergson che “Al cospetto della civiltà della tecnica, noi avremmo bisogno di un animale allargata, di un supplemento d’anima” e invece sembra che l’anima dell’uomo occidentale si vede rimpicciolendo sempre più ed egli diventa sempre più simile a un bambino non in grado di svolgere considerazioni degna di Platone o di Aristotele.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro