È purtroppo di una tragedia, anzitutto ambientale, che dobbiamo oggi parlare. Una tragedia che tuttavia, oltre ad essere ambientale, rischia anche di essere di tipo diplomatico. Ma procediamo con ordine e sempre con il lumen naturale, come lo chiamava Spinoza, con la luce della ragione.

Così leggiamo su Adnkronos in data 27 settembre 2022: “Nord Stream, fughe di gas. ‘Rilevate due esplosioni’. La società di gestione: ‘Danni senza precedenti a impianto’. Cremlino non esclude sabotaggio. Ue: ‘Nessun impatto su sicurezza'”. In sostanza, leggendo quanto riportato da Adnkronos, ma anche da molte altre fonti, vi sono state delle fughe di gas che hanno interessato i gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico.

È quanto viene denunciato segnatamente dalle autorità della Svezia e della Danimarca, le quali annunciano di aver elevato il livello di allerta in relazione alle infrastrutture energetiche. Per quel che ne sappiamo non sono ancora state chiarite le dinamiche dell’accaduto e quindi già si aprono scenari ermeneutici molto differenti. Per un verso vi è chi parla di un incidente ambientale e per un altro naturalmente giungono anche le accuse di sabotaggio e gli Stati Uniti si dicono già pronti ad aiutare l’Unione Europea dopo le fughe dal Nord Stream.

In sostanza lo scenario – oltre che di cataclisma ambientale come è evidente – rischia anche di essere di cataclisma diplomatico. In una situazione per altro già ardua in relazione del clima sempre più arroventato che divide l’Occidente dall’Oriente. L’Occidente a guida atlantista da una parte e l’Oriente sino-russo dall’altra.

Che cos’è accaduto realmente è difficile dirlo. Sicuramente possiamo muovere delle interpretazioni. Anzitutto gli Stati Uniti, ça va sans dire, sono ancora una volta pronti ad intervenire in Europa e nel mondo. Ovviamente secondo la loro narrativa edulcorante, e forse anche lievemente di parte, stanno per intervenire una volta di più solo per fini benefici e sideralmente distanti da interessi imperialistici, ça va sans dire.

Da un altro punto di vista si potrebbe immaginare che questa, ed è un ipotesi intendiamoci, sia l’ennesima via per favorire un intervento statunitense direttamente nel Vecchio Continente, per rendere ancora più asservita l’Europa a Washington e da questa dipendente anche per quel che concerne il gas ma poi anche un tentativo diretto di sabotare la Russia, l’acerrimo nemico della civiltà del dollaro insieme con la Cina.

Scenari da non trascurare sicuramente. Bisogna sempre ragionare con sguardo critico quando si affrontano questi accadimenti soprattutto in relazione al contesto belligerante di cui stiamo trattando. Un contesto belligerante che già di fatto si profila come nuova Guerra Mondiale nella quale ci troviamo e che molti forse ancora non hanno compreso essere attiva. In verità, non rischiamo di finire del precipizio ma già ci siamo dentro, già stiamo precipitando in una Guerra Mondiale dove, ogni giorno, i tentativi diplomatici di pace paiono apparire più distanti.

Che cosa accadrà a questo punto è difficile da dire. Una cosa abbastanza semplice da dire invece pare essere la seguente: i rapporti tra Russia e Stati Uniti si stanno sempre più incrinando, sono sempre più tesi e di fatto ci troviamo già nel quadro di una nuova Guerra Mondiale.

Quest’ultimo accaduto che da un certo punto di vista sembrerebbe, ed è un ipotesi ermeneutica, un sabotaggio da parte degli Stati Uniti, vedremo quali ricadute potrà avere, sicuramente non concorre a migliorare i rapporti già tesissimi tra Oriente e Occidente.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro