Nei giorni scorsi è tornata a farsi sentire l’imperiosa voce della Nato, segnatamente del suo Segretario generale Jens Stoltenberg che così ha detto, alla conferenza per la Crimea, secondo quanto riportato da “ANSA”: “L’inverno si avvicina e sarà duro, ci troviamo davanti a una guerra di attrito dove sarà chiave la forza di volontà e la logistica: dobbiamo sostenere l’Ucraina perché un’Ucraina forte e sovrana è garanzia di sicurezza per l’Alleanza Atlantica”. Ebbene ci siano consentite alcune, cursorie eppure impressionistiche, considerazioni intorno alle parole di Stoltenberg.

Anzitutto la classica voce del padrone “a stelle e strisce” che si leva per dettare la linea di condotta alla colonia subordinata chiamata Unione Europea. Ormai lo sanno tutti, infatti, che l’UE è né più né meno che una colonia di Washington. Lungi dall’essere – come sempre è stata celebrata – una potenza autonoma che garantisce autonomia, sovranità e indipendenza all’Europa tutta, l’Unione Europea è ciò che ha garantito, tra le altre cose, anche il costituirsi dell’Europa tutta come colonia al servigio di Washington. Starei per dire al guinzaglio di Washington, considerando più dappresso i rapporti reali che legano la civiltà del dollaro alla sventurata Europa sotto le insegne dell’Unione Europea.

In secondo luogo non sfuggano, nelle parole di Stoltenberg, le chiare allusioni ad un inverno che sarà durissimo: in sostanza la guerra in Ucraina non sta affatto terminando – come taluni pure credono – al contrario si tratta di una guerra lunga dacché si combatte tra due blocchi e non è certo una semplice guerra tra Ucraina e Russia, come pure taluni continuano a ripetere. La guerra, ormai è evidente, è di tipo mondiale, potremo dire, tra la civiltà del dollaro e le sue colonie ad Occidente e la Russia, la Cina e tutti i paesi non allineati con l’ordine washingtoniano neoimperialistico a Oriente.

Questa è la geometria dei rapporti di forza e questo è il conflitto reale quale si è sviluppato nel punto caldo di questa nuova Guerra Fredda che è l’Ucraina e prossimamente chissà se non vi saranno nuovi punti caldi di questa Guerra Fredda, come già pare che sia a Taiwan. Potremmo dire, in termini generali, che l’Ucraina sta alla guerra contro la Russia come Taiwan sta alla guerra contro la Cina. In tutti e due i casi a muover guerra sono gli Stati Uniti d’America, la talassocrazia neo-leviatanica del dollaro, che usa, per un verso, l’Ucraina come bastone contro la Russia e per un altro verso, in maniera convergente, Taiwan come bastone contro la Cina.

Intanto la Nato chiede agli europei di prepararsi ad affrontare un inverno rigido, all’insegna di stenti e di sofferenze. Insomma, traducendo le parole di Stoltenberg in un lessico ben più immediato e più semplice: “Popoli d’Europa, classi lavoratrici e ceti medi, preparatevi dacché sarà un inverno durissimo e dovrete come sempre pagare voi le massime fatiche, le massime pene e i massimi costi di questa guerra”. Perché, come diceva Jean-Paul Sartre, “quando i ricchi si fanno la guerra a pagarne le conseguenze sono sempre i poveri” che vengono massacrati (sono loro a finire al fronte) e che vengono anche, se non vanno al fronte, tartassati con tutte le sofferenze e le richieste che vengono loro imposte da coloro i quali comandano.

La Nato ce lo ha fatto sapere chiaramente, senza perifrasi edulcoranti e senza infingimenti: sarà un autunno e ancor più un inverno durissimo e sarà richiesto ai popoli d’Europa di soffrire e di pagare loro i costi di questa guerra stolta e sciagurata che affonda le sue radici nell’imperialismo senza fine di Washington e della civiltà del dollaro.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro